I benefici associati al consumo dello spuntino sono identici
ad ogni età; il principale è quello di essere un vero e proprio “spezzafame”,
in modo tale da non arrivare a pranzo o a cena così affamati da eccedere nei
pasti.
Inoltre, per coloro
che non iniziano la giornata con una vera prima colazione (abitudine scorretta
e purtroppo molto frequente tra adulti e bambini), la merenda diventa ancor più
importante configurandosi come un vero e proprio pasto, rimedio al fisiologico
calo di energie e concentrazione a metà mattina.
Ciò che davvero conta, non è il momento della giornata in
cui viene consumato questo spuntino (se a metà mattina, nel pomeriggio o
addirittura nel dopocena) ma, consumandolo, il rispetto del fabbisogno calorico
individuale: l’energia ingerita deve essere pari a quella spesa. Questo significa
che è vero, che la merenda permette di arrivare al pasto principale, di
mezzogiorno o serale, senza sentirsi letteralmente famelici ma è altrettanto
noto che il cibo, consumato ad esempio dopo le 10 di sera, è spesso vissuto e
considerato solo come soddisfazione della gola o antidoto di uno stato d’animo
(ansia, stress...). Perciò, per non sbagliare, occorre ricondurre lo spuntino,
a qualunque ora venga consumato, all’interno del consumo calorico quotidiano
raccomandato per ogni singolo individuo.
Ognuno di noi consuma, come spuntino, diversi prodotti
(frutta, yogurt, latte, crackers, merendine...) a seconda di gusti e necessità;
per cui non è opportuno affermare l’esistenza di uno spuntino che possa andare
bene per tutti (bambini, adolescenti, adulti sportivi o sedentari, uomini o
donne, anziani). Ciò che è indiscusso, invece, è la necessità di tutti di fare
merenda e tale regola generale deve essere adattata agli effettivi bisogni di
ciascuno, tenendo presente che la merenda ideale deve fornire il 5-7 % delle
calorie totali quotidiane.
Nella merenda ideale si dovrebbero poter rispettare le
proporzioni raccomandate tra i gruppi alimentari, cioè:
• il 55 % di carboidrati che soddisfano la palatabilità e la
richiesta di energia;
• il 30 % di proteine che sono sazianti ed indispensabili
per l’integrità dell’organismo;
• il 15 % di grassi (non idrogenati), anch’essi palatabili
ed energetici.
In questa proporzione, proteine e grassi rallentano
l’assorbimento dei carboidrati, a tutto vantaggio sia del metabolismo glucidico
sia del senso di sazietà.
Per quanto riguarda la scelta tra “merenda tradizionale” (ad
esempio pane e prosciutto, pane e marmellata, frutta, biscotti...) e merenda
confezionata, essa va fatta sulla base della comodità, dell’opportunità e del
buon senso.
Le merende industriali (yogurt, gelati, barrette di frutta e
cereali...) hanno, dalla loro, una precisa indicazione di ingredienti e apporto
calorico mentre quelle tradizionali possono essere più variabili ed appetibili.
Insomma, sta ai consumatori scegliere, con il giusto spirito
critico, la merenda più adatta per se stessi o per i propri figli.
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