Alle pendici del Monte Bianco Diego Bovard
coltiva zafferano. Una coltura che si adatta bene ai terreni e al clima delle
Alpi e il cui prezzo ripaga il lavoro dell'agricoltore.
Di Morgex è famoso il vino bianco e le viti a
piede franco, fra qualche anno forse lo sarà anche lo zafferano. E' questo il
progetto di Diego Bovard, agricoltore e consulente agronomo che nella sua
azienda agricola alle pendici del Monte Bianco ha deciso di impiantare una
coltivazione di zafferano.
"L'idea mi è venuta leggendo un libro
dell'abate Joseph-Marie Henry che alla fine dell'Ottocento catalogava le piante
rare e preziose presenti in Valle d'Aosta. E tra queste c'era pure lo
zafferano, coltivato qui vicino, a La Salle".
Da qui parte l'avventura, iniziata ormai
quattro anni fa. Prima un piccolo appezzamento, appena dieci metri quadri, poi
cresciuto fino ad arrivare a più di mezzo ettaro. "Lo zafferano ama gli
inverni rigidi e le estati calde", spiega Bovard. "Per questo il
clima montano è favorevole. Durante i mesi estivi la pianta è in fase di riposo
e quando la temperatura si abbassa, intorno a settembre, il bulbo inizia a
germogliare e a novembre fiorisce".
L'altitudine, intorno ai mille metri, e il
clima freddo riducono i pericoli legati ai parassiti.
"Il rischio più grosso è rappresentato
dalle malattie fungine che colpiscono i bulbi in presenza di ristagni di acqua
o di forte umidità. Per questo bisogna avere un terreno ben drenato ed evitare
pacciamature che non lascino respirare il suolo. Da questo punto di vista la
montagna è perfetta, qui abbiamo un terreno sabbioso e leggermente
inclinato".
L'altro pericolo sono i cinghiali o altri
animali capaci di smuovere il terreno per cibarsi dei bulbi. Ma, spiega Bovard,
basta una piccola recinzione o la vicinanza ad un centro abitato per difendere
la coltura. La neve non sembra essere un problema, perché a novembre se ne vede
poca e la pianta resiste bene anche alle gelate.
"Dai miei seicento metri quadri ricavo
circa 300-350 grammi di zafferano che poi rivendo ai ristoranti della zona o al
mercato di Lo Matson, a Courmayeur. Il prezzo è buono e rappresenta una bella
integrazione del reddito".
D'altronde l'agricoltura di montagna non è
facile. Le aziende agricole si occupano soprattutto di allevamento di bovini da
latte per la produzione dei formaggi tipici, come la fontina. Ma i margini sono
risicati e ogni anno il numero di stalle lungo tutto l'arco alpino si va
riducendo.
I pistilli di zafferano si vendono a peso
d'oro, o quasi. Per un chilo di questa spezia le quotazioni variano dai 10 ai
15mila euro. Ma non bisogna lasciarsi ingannare, coltivare zafferano non è
affatto facile. Serve una grande pazienza e un lungo lavoro. Per ottenere un
chilo di 'oro rosso' occorrono 250mila fiori e ben 600 ore di lavoro.
"Il grosso del tempo non è dedicato tanto
alla raccolta, che in due o tre settimane si conclude, quanto alla pulitura
delle aiuole che non può essere meccanizzata e deve essere fatta a mano.
Bisogna eliminare le malerbe ed evitare gli ammaloramenti", racconta
Bovard. "Per questo non espando ulteriormente il campo, altrimenti dovrei
assumere qualcuno".
L'aspetto positivo è che iniziare non richiede
molti capitali. A parte l'acquisto dei bulbi non ci sono costi rilevanti visto
che la concimatura viene fatta al momento dell'impianto con letame bovino e non
servono agrofarmaci. Se poi si ha pazienza e molto tempo a disposizione il
gioco è fatto.
Nessun commento:
Posta un commento