Una circolare del Mipaaf fissa i termini per
ottenere il contributo di 14 centesimi per ogni chilo di latte che non sarà
prodotto. Ma attenti ai calcoli o scattano varie penalità.
A più riprese è stata invocata una riduzione
della produzione di latte nella Ue per arginare la crisi che ha fatto precipitare
i prezzi.
I primi a credere in questa soluzione sono
stati gli allevatori aderenti all'European Milk Board, che già nell'ottobre
2015 avevano indicato questa soluzione.
Una proposta che il commissario
all'Agricoltura Phil Hogan ha fatto sua mettendo a disposizione 150 milioni di
euro destinatati a premiare gli allevatori che aderiscono al programma di
riduzione.
Le “avvertenze”
Ora il ministero per le Politiche agricole ha
emanato la circolare che fissa le modalità di accesso a questi contributi.
Molte le “avvertenze” da seguire per ottenere questa inedita forma di aiuto
alla “non-produzione”.
Anzitutto va presentata un'apposita domanda
con l'impegno a ridurre la produzione per un periodo di tre mesi. A fronte di
ogni chilo di latte in meno i produttori riceveranno un contributo di 14
centesimi. Ma non è finita qui.
La domanda
Nella domanda, che va presentata agli
organismi pagatori competenti, secondo le modalità stabilite da Agea, va
specificata la quantità di latte che si prevede di consegnare ai primi
acquirenti nel trimestre scelto. Contemporaneamente si dovrà indicare quanto
latte è stato consegnato nello stesso trimestre dell'anno precedente.
Dalla differenza fra queste due indicazioni si
desume l'entità della riduzione delle consegne di latte, che non dovrà essere
inferiore a 15 quintali, ma nemmeno superare il 50% del latte consegnato
nell'anno precedente.
Ovviamente non basta una autocertificazione,
ma occorre allegare sia la documentazione relativa al trimestre dei 12 mesi
precedenti sia la documentazione che comprova la produzione e la consegna di
latte nel luglio di quest'anno.
Penalizzato chi sbaglia
Attenti a fare i conti e a prevedere
l'effettiva riduzione produttiva. Se si sbaglia sono previste varie penalità.
Eccone alcune: nessun aiuto se la riduzione è
inferiore al 20% del quantitativo previsto. Tra il 20 e il 50% il premio è
ridotto della metà, dunque si ferma a 7 centesimi al chilo. Penalità anche per
chi riduce fra il 50 e l'80% del previsto. In questo caso il contributo va
moltiplicato per 0,8, ovvero 11,2 centesimi al chilo.
Poiché tutti i conteggi si riferiscono al peso
del latte e non al suo volume, è bene ricordarsi che nel caso si adottino come
misura i litri occorre fare una conversione moltiplicando i litri per 1,03.
I conti si faranno alla fine
L'obiettivo fissato dalla Ue è una riduzione
totale di 1,071 milioni tonnellate. Nel caso le domande di riduzione superino
questo tetto, la Commissione europea ha già stabilito che sarà adottato un
coefficiente di accettazione dei quantitativi che sarà applicato su tutte le
richieste presentate nell'Unione, coefficiente che tuttavia ancora non si
conosce.
Le scadenze
Infine le scadenze da rispettare in relazione
al trimestre scelto. Eccole di seguito:
per il primo trimestre di riferimento (da
ottobre a dicembre 2016) entro le ore 12 del 21 settembre;
per il secondo trimestre di riferimento (da
novembre 2016 a gennaio 2017) entro le ore 12 del 12 ottobre;
per il terzo trimestre di riferimento (da
dicembre 2016 a febbraio 2017) entro le ore 12 del 9 novembre;
per il quarto (e ultimo) trimestre di
riferimento (da gennaio a marzo 2017) entro le ore 12 del 7 dicembre.
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