Via libera al matrimonio tra Bayer e Monsanto,
colosso delle sementi. Dopo mesi di offerte e controfferte, notizie e smentite,
il matrimonio tra il colosso farmaceutico tedesco e il gigante del settore
agrochimico è cosa fatta. Il gruppo americano ha accettato l'offerta migliorata
da Bayer a 57 miliardi di dollari, 66 miliardi includendo il debito, per quella
che è diventata la maggiore acquisizione aziendale da parte di una società
tedesca all'estero.
Come si legge in una nota, Bayer pagherà 128
dollari per azione per monsanto, un premio del 44%, nell'ambito di un accordo
completamente in contante, più dei 127,5 dollari per azione messi sul piatto la
settimana scorsa. Bayer intende finanziare la transazione con una combinazione
di debito e titoli (la parte in titoli, pari a circa 19 miliardi di dollari,
sarà raccolta tramite l'emissione di obbligazioni a conversione obbligatoria e
tramite un aumento di capitale con diritto di sottoscrizione).
Il prezzo finale è del 5% circa più alto
rispetto all'offerta originaria da 122 dollari presentata dal gruppo tedesco a
maggio. Bayer prevede che l'operazione, già approvata dai consigli di
amministrazione dei due gruppi, inciderà in positivo sull'utile per azione a
partire dal primo anno pieno dopo la chiusura, prevista entro la fine del 2017,
e ritiene di realizzare sinergie su costi e vendite per 1,5 miliardi di dollari
a partire dal terzo anno pieno dopo la chiusura dell'accordo. Ulteriori
sinergie sono attese per gli anni successivi, man mano che saranno messe a
punto soluzioni integrate.
Qualora la transazione dovesse saltare, Bayer
- che prevede di non modificare il piano per il pagamento di dividendi pari al
30-40% dell'utile - verserà una penale da 2 miliardi di dollari. L'accordo
arriva dopo un'estate intensa, durante la quale l'amministratore delegato di
bayer, werner baumann, si è impegnato in prima persona per persuadere gli
investitori, molti dei quali scettici sulla transazione, che il matrimonio con
monsanto avrebbe creato valore e sarebbe stato positivo per entrambi i gruppi.
La nuova società andrà a competere con gruppi
come Syngenta, Dow Chemical e Dupont, che negli ultimi mesi sono stati a loro
volta attivi sul fronte dell'm&a in un contesto di mercato non sempre
facile per il settore agrochimico, le cui aziende hanno cercato di trovare
economie di scala e strategie per la riduzione dei costi per fare fronte al
calo dei prezzi che dura da tre anni. Da capire ora se arriverà il via libera
delle autorità di regolamentazione, ma bayer ha fatto sapere di avere ricevuto
"segnali incoraggianti dopo i contatti iniziali avuti" con chi dovrà
decidere. Un altro nodo che bisognerà sciogliere è quello della leadership del
gruppo che uscirà dalla fusione, ma per il momento le società temporeggiano e
fanno sapere che è ancora "troppo presto per fare commenti" in questo
senso, così come è ancora prematuro discutere "dei disinvestimenti
necessari per l'accordo".
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