Potrebbe
essere per gli agrumi quello che la xylella è stata per gli ulivi. Si tratta
del greening o HLB (Huangolongbing o “malattia del ramo giallo”), una terribile
malattia causata dal batterio Candidatus liberibacter che sta mettendo in
ginocchio l’agrumicoltura mondiale. Per questo la ricerca, in una vera e
propria corsa contro il tempo, sta provando a fermarne l’avanzata verso il
Mediterraneo e il Vecchio Continente, adottando una strategia preventiva grazie
a PreHLB – (PREVENTING HLB EPIIDEMICS FOR ENSURING CIITRUS SURVIVAL IIN
EUROPE).
Si
tratta di un progetto H2020 di durata quadriennale, (2019-2023) con uno stanziamento
di poco più 8 milioni di euro, coordinato dalla Spagna (CSIC-IBMCP) e che
coinvolge 24 Paesi, tra cui quelli a vocazione agrumicola dell’area
mediterranea sicuramente più a rischio (come Portogallo, Spagna, Italia, e
Israele), oltre a Francia, Regno Unito, Olanda e 2 paesi extra europei (Brasile
e Cina), in cui il Greening è già presente. L’Italia partecipa con il CREA
Olivicoltura Frutticoltura Agrumicoltura di Acireale, l’Università di Catania e
il CNR di Bari.
Sono
due gli obiettivi da raggiungere: in primo luogo lo sviluppo e l’attuazione di
un piano strategico multidisciplinare che mira a adottare tutte le principali
misure per proteggere l’area agrumicola mediterranea dalla potenziale invasione
dei vettori (Trioza erytreae e Diaphorina citri) e del patogeno C.
liberibacter; poi, la messa a punto di nuove soluzioni per gestire la malattia,
anche a lungo termine. Tra queste ultime, vi è anche l’identificazione di geni
di resistenza, utilizzati per dar vita, in futuro, a nuovi genotipi immuni al batterio,
mediante l’utilizzo delle New breeding techniques e la produzione di
biopesticidi innovativi.
Ed è
proprio in questo ambito che sono impegnati i ricercatori del CREA
Olivicoltura, Frutticoltura, Agrumicoltura di Acireale, coordinati da Concetta
Licciardello e responsabili dello studio del genoma di una pianta che resiste
alla malattia, ma appartenente a un genere affine ai citrus, ovvero
l’Eremocitrus glauca che, insieme al cosiddetto “Caviale di limone” è tra le
pochissime specie resistenti ad HLB. Ed è proprio lì che si dovranno
individuare le fonti di resistenza per “trasferirle” nelle piante minacciate e,
magari, arrivare a degli ibridi che siano inattaccabili dal greening. Il CREA,
inoltre, coordina tutte le attività del progetto inerenti la trascrittomica
ovvero lo studio dei geni che si attivano a seguito dell’infezione. In
particolare, guiderà ricercatori spagnoli, francesi e cinesi, che si
interesseranno ciascuno di specie affini ai citrus, tolleranti e suscettibili
al Greening. Attualmente, il CREA ha avviato la scelta delle piante e tutte le
procedure che, con il nuovo anno, porteranno ai primi dati di sequenziamento di
Eremocitrus.
Il
trasferimento dei risultati a tutte le parti interessate (la ricerca, gli
agricoltori, gli stakeholders e i servizi fitosanitari) sarà fondamentale per
concorrere ad arrestare la diffusione di una malattia dagli esiti
potenzialmente devastanti e che vede nei piccoli giardini (appezzamenti)
-considerata la rapidità con cui la malattia si diffonde- le realtà agrumicole
più a rischio.
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