Una giornata, presso l'hotel Ambasciatori di Rimini, per presentare i risultati ottenuti con la zeolite cubana Bioagrotech, applicata alle coltivazioni in campo, nei frutteti, in vitigni e oliveti, ma anche per lo stoccaggio. Un passo avanti verso un'agricoltura meno chimica e più biologica, favorendo la salute delle piante, la produttività e un netto risparmio per gli agricoltori. Le prove sul campo e i risultati sperimentali ottenuti da Centri di Saggio con l'utilizzo dei prodotti a base di zeolite cubana, polvere di roccia dalle caratteristiche uniche ricavata da una cava in un vulcano a Cuba (della cui estrazione Bioagrotech ha l'esclusiva) , hanno portato a un potenziamento naturale del sistema immunitario e di difesa attiva e passiva delle piante permettendo così la riduzione del consumo di fitofarmaci.
lunedì 28 gennaio 2019
Nuovo incarico per il nostro Editore Donato Fanelli: l'imprenditore pugliese entra nel CdA di Orti di Puglia

L'arrivo del nuovo anno ha portato l'ingresso
dell'imprenditore, nonché produttore di uva da tavola Donato Fanelli, nel
Consiglio di amministrazione della Orti di Puglia.
"Ho da sempre ritenuto Orti Di Puglia tra le migliori
eccellenze pugliesi; perciò l'idea di entrare nel consiglio di amministrazione
di questa importante realtà imprenditoriale mi permetterà di fornire il mio
know how non solo per la produzione, ma anche per la commercializzazione di
prodotti sempre più richiesti da tutta la GDO, ossia quelli di IV gamma",
cosi spiega a FreshPlaza Donato Fanelli, il quale aggiunge: "Inoltre, in
veste di vicepresidente della OP Arca Fruit, ho seguito l'ingresso della Orti
di Puglia nella nostra Op: una sinergia tra aziende che ci renderà più
competitivi sul mercato e ci consentirà di offrire un servizio più completo ai
nostri clienti".
La presenza di un vivaio, permette a Orti di Puglia l'autoproduzione
delle piantine, garantendo un'elevata qualità e completa tracciabilità dal seme
alla raccolta. Il controllo diretto dei campi di coltivazione e la vicinanza
dello stabilimento produttivo, garantiscono: filiera corta, controllo sulle
materie prime, maggiore sicurezza alimentare, migliore garanzia di continuità
delle forniture.
Orti di Puglia, certificata GlobalGAP, IFS, BRC, ISO 2200, è
presente nella Gdo con 2 diverse linee di prodotto: insalate di IV Gamma a
marchio "Jentu" (brand proprio presente nelle principali catene e
punti vendita indipendenti specie nel Sud Italia) e insalate di IV Gamma per la
Private Label (prodotto a marca privata per le maggiori catene della GDO).
Per maggiori informazioni:
Frulli Gaetano (Presidente Orti di Puglia)
Tel.: (+39) 335/6954646 - 0832/705652
Facebook: facebook.com/ortidipuglia
Author: Vincenzo Iannuzziello © FreshPlaza.it
La Corte dei Conti bacchetta le Regioni: “Insufficiente l’utilizzo dei fondi per il ricambio generazionale in agricoltura”

Dall’indagine è emerso come «al 31 marzo 2018 le risorse
risultavano utilizzate in modo molto eterogeneo dalle diverse regioni, con
oltre il 30% da parte del Veneto, delle province di Trento e Bolzano e del
Molise e il 2% circa da parte di Liguria, Lazio, Campania e Sardegna». E «anche
i fondi disponibili per l’integrazione del pagamento di base ai giovani
agricoltori italiani, circa 38 milioni ogni anno, non risultano mai spesi oltre
la soglia dei 34 milioni». Il problema sussistite anche a livello europeo, dove
il report evidenzia che «l’eterogeneità delle situazioni nei vari Paesi europei
ha comportato che gli strumenti predisposti non rispondono pienamente alle
esigenze dei Paesi stessi, i cui territori e le esigenze sono molto differenti
tra loro».
I fondi sono destinati ad affrontare due questioni molto problematiche:
la prima consiste nel contrastare lo spopolamento delle campagne con effetti
sociali e ambientali che questo comporterebbe; la seconda è rappresentata dalla
necessità di far entrare nel settore agricoltura quelle innovazioni e
modernizzazioni che i giovani potrebbero apportare. La Corte ha infine
sottolineato l’esigenza di realizzare, con la prossima programmazione
2020-2027, un quadro di strumenti ancora più flessibili, incrementando la
possibilità di calibrarli a livello nazionale
ENOLIEXPO 2019, dal 21 al 23 febbraio alla Fiera del Levante di Bari

Quali caratteristiche consentono di riconoscere un olio con
comprovate azioni salutistiche? L’etichetta può dirlo? Ed ancora: i sensi
possono aiutare nella verifica? Come agiscono le molecole salutistiche sul
l’organismo? Come essere sicuri di non distruggere il patrimonio nutraceutico
dell’olio in cucina o nella semplice conservazione domestica? Ed infine: meno
olio, ma più salutistico può essere la strada per migliorare il reddito degli
attori della filiera?
Di questo e molto altro si parlerà all’EnoliExpo di Bari
(21-23 febbraio) nell’incontro dal titolo “Fruttato, amaro e piccante…il gusto
della salute” promosso da Unapol. A provare a dare risposte appropriate e a
fornire spunti di riflessione saranno autorevoli docenti universitari, come il
prof. Raffaele Sacchi dell’Università di Napoli, il prof. Antonio Moschetta
dell’Università di Bari, il prof. Vincenzo Lionetti dell’Università di Pisa e
la prof.ssa Maria Lisa Clodoveo dell’Università di Bari. Il dibattito, moderato
da Tommaso Loiodice, è in programma nella giornata conclusiva.
Info: http://www.enoliexpo.com/
Polizze agricole: ancora troppo ampio il divario tra Nord e Sud Italia

A fornire un quadro aggiornato sull'evoluzione del mercato
assicurativo in agricoltura è il Rapporto ISMEA "La gestione del rischio
nell'agricoltura del Mezzogiorno", realizzato in collaborazione con il
Ministero delle Politiche agricole alimentari forestali e del turismo e con il
supporto scientifico dell'Università degli Studi di Foggia, nell'ambito del
Programma di Sviluppo Rurale Nazionale 2014-2020.
Il divario tra Nord e Sud emerge anche per quei prodotti che
maggiormente caratterizzano l'agricoltura del Mezzogiorno: paradossale è il
caso del grano duro, con il Sud granaio d'Italia che conta appena 214 aziende
assicurate a fronte delle oltre 2.700 nel Nord, dove però la coltura è poco
diffusa.
Tra le ragioni alla base della scarsa affezione degli
agricoltori del Sud verso lo strumento assicurativo, rilevate da ISMEA mediante
indagini campionarie, focus group e interviste dirette, figurano motivazioni
economiche (eccessivo costo delle polizze), esperienze pregresse negative in
occasione di perizie e risarcimenti e il frequente approccio "fai da
te" nella gestione del rischio attraverso tecniche agronomiche di
prevenzione dei danni e strutture di protezione.
Tra le aziende che non si sono mai assicurate, il 75% ignora
l'esistenza delle agevolazioni pubbliche sui premi assicurativi, ma un 13% di
questi, dopo essere stati informati dell'esistenza del contributo, si dichiara
propenso ad assicurarsi, rivelando un potenziale inespresso che farebbe
significativamente aumentare la partecipazione al mercato assicurativo da parte
delle aziende agricole del Mezzogiorno.
Fonte: Ismea
venerdì 25 gennaio 2019
Scatta l'obbligo di indicare in etichetta l'origine per tutti gli alimenti

Ora, con l'emendamento, viene data la possibilità di
estendere l'obbligo anche ad altri alimenti. Per ora, in attesa del decreto
necessario, restano ancora senza l'etichetta d'origine i salumi, la carne di
coniglio, la carne trasformata, le marmellate
e i succhi di frutta, i legumi in scatola, la frutta e la verdura essiccata, il
pane, le insalate in busta e i sottoli.
Negativo il commento di Federalimentare: "le norme che
possono migliorare le informazioni per i consumatori sui prodotti alimentari
sono fondamentali ma, in materia di etichettatura devono essere discusse e
condivise a livello europeo e non solo italiano", afferma il presidente
Ivano Vacondio.
"La difesa della trasparenza dei prodotti e
dell'informazione dei consumatori è sacrosanta a maggior ragione quando
riguarda la difesa del nostro Made in Italy - precisa il presidente - ma la
questione dell'etichettatura è materia armonizzata a livello europeo; questo
proprio per evitare di introdurre obblighi valevoli per le sole imprese nazionali
che, in questo modo, sarebbero le uniche a sostenere l'aggravio dei relativi
costi, trovandosi così in svantaggio competitivo rispetto alle altre imprese
dell'Ue che non si vedrebbero applicare tale normativa".
Secondo Vacondio, "fughe in avanti come la tendenza
all'introduzione di norme nazionali su materie armonizzate a livello
comunitario è penalizzante e nociva per il nostro Paese. Per questo,
Federalimentare auspica una modifica della proposta attuale e una riapertura
del dibattito in sede europea".
Il via libera all'obbligo di indicare in etichetta l'origine
di tutti gli alimenti per valorizzare la produzione nazionale, consentire
scelte di acquisto consapevoli ai cittadini e combattere il falso Made in Italy
è una grande vittoria per agricoltori e consumatori, afferma invece il presidente della Coldiretti
Ettore Prandini.
L’etichettatura di origine obbligatoria degli alimenti,
spiega Coldiretti, è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi
dell’Unione Europea nel 2001 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina
per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di
fiducia. Da allora molti progressi sono stati fatti, ma resta l’atteggiamento
incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga a indicare l’origine
in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non
per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il
miele ma non per lo zucchero.
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