Approvato dalle Commissioni Lavori pubblici e Affari
costituzionali del Senato l'emendamento 'made in Italy' che dispone l'obbligo
di indicare in etichetta l'origine di tutti gli alimenti. Ad oggi in Italia
l'obbligo di indicazione d'origine esiste solo per pelati e concentrati di
pomodoro, latte e derivati, riso, grano della pasta e pollo. A livello Ue
riguarda invece anche la carne di pollo e i suoi derivati, la carne bovina, la
frutta e la verdura fresche, le uova, il miele, l'olio extravergine di oliva e
il pesce.
Ora, con l'emendamento, viene data la possibilità di
estendere l'obbligo anche ad altri alimenti. Per ora, in attesa del decreto
necessario, restano ancora senza l'etichetta d'origine i salumi, la carne di
coniglio, la carne trasformata, le marmellate
e i succhi di frutta, i legumi in scatola, la frutta e la verdura essiccata, il
pane, le insalate in busta e i sottoli.
Negativo il commento di Federalimentare: "le norme che
possono migliorare le informazioni per i consumatori sui prodotti alimentari
sono fondamentali ma, in materia di etichettatura devono essere discusse e
condivise a livello europeo e non solo italiano", afferma il presidente
Ivano Vacondio.
"La difesa della trasparenza dei prodotti e
dell'informazione dei consumatori è sacrosanta a maggior ragione quando
riguarda la difesa del nostro Made in Italy - precisa il presidente - ma la
questione dell'etichettatura è materia armonizzata a livello europeo; questo
proprio per evitare di introdurre obblighi valevoli per le sole imprese nazionali
che, in questo modo, sarebbero le uniche a sostenere l'aggravio dei relativi
costi, trovandosi così in svantaggio competitivo rispetto alle altre imprese
dell'Ue che non si vedrebbero applicare tale normativa".
Secondo Vacondio, "fughe in avanti come la tendenza
all'introduzione di norme nazionali su materie armonizzate a livello
comunitario è penalizzante e nociva per il nostro Paese. Per questo,
Federalimentare auspica una modifica della proposta attuale e una riapertura
del dibattito in sede europea".
Il via libera all'obbligo di indicare in etichetta l'origine
di tutti gli alimenti per valorizzare la produzione nazionale, consentire
scelte di acquisto consapevoli ai cittadini e combattere il falso Made in Italy
è una grande vittoria per agricoltori e consumatori, afferma invece il presidente della Coldiretti
Ettore Prandini.
L’etichettatura di origine obbligatoria degli alimenti,
spiega Coldiretti, è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi
dell’Unione Europea nel 2001 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina
per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di
fiducia. Da allora molti progressi sono stati fatti, ma resta l’atteggiamento
incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga a indicare l’origine
in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non
per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il
miele ma non per lo zucchero.
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