Diffuso da tempo nel nord d’Europa e negli Stati Uniti, il
metodo di coltivazione idroponica è oggi conosciuto e utilizzato, sia a livello
domestico che a livello professionale industriale. Qesto tipo di tecnica è
vantaggiosa, perché consente di risparmiare sia spazio (e suolo) che acqua,
come avevano visto nel nostro precedente articolo dedicato alle
caratteristiche, ai principi chiave e ai vantaggi delle colture idroponiche.
La tecnica di coltivazione idroponica è applicabile – a
seconda delle esigenze specifiche e delle preferenze personali – tramite l’uso
di sistemi differenti. Tra i sistemi idroponici più diffusi e maggiormente
utilizzati, sia per la coltivazione domestica che per quella avanzata e
professionale su grandi spazi, troviamo tre tipologie di impianti: quello a
goccia, ovvero il più utilizzato sia per le colture di tipo amatoriale, sia per
le coltivazioni industriali, il DWC e l’NFT.
È opportuno ricordare che tutti e tre i sistemi possono
essere inseriti all’interno di una grow box di grandi dimensioni come quelle
comunemente acquistabili sui siti specializzati come Idroponica.it, in una grow
room allestita all’interno della propria abitazione oppure in una dependance
vicina, e naturalmente anche in una serra dedicata.
Uno dei sistemi idroponici più conosciuti, diffusi e
utilizzati nel mondo della coltivazione indoor e fuori terra è quello a goccia.
Usato ampiamente sia dai coltivatori domestici che quelli professionali, questa
tipologia di impianto è caratterizzata da un numero ristretto di componenti, ha
una struttura piuttosto semplice, è facile da gestire, versatile ed efficace.
Come suggerisce il nome stesso, il sistema idroponico a
goccia funziona in modo tale da far gocciolare la soluzione nutritiva
direttamente sulle radici delle piante presenti nel sistema fornendo loro acqua
e nutrimenti. Ideali per le coltivazioni di qualsiasi dimensione, i sistemi
idroponici a goccia sono particolarmente adatti per le piante che richiedono
ampi spazi in corrispondenza delle radici e – più in generale – per tutte le
piante che nel crescere tendono ad ingrandirsi molto.
Un sistema di gocciolamento è caratterizzato da un
contenitore grande, da sistemare in basso, sul fondo della grow box o della
stanza allestita per la coltivazione, dove far crescere le radici, un altro
contenitore per conservare la soluzione nutritiva, una pompa ad aria, per
consentire alla soluzione di raggiungere le radici delle piante, delle canaline
e dei tubi per collegare la pompa presente nel serbatoio alle piante e un timer
per attivare in automatico l’intero impianto.
Come funziona un sistema di gocciolamento idroponico? La
soluzione nutritiva viene pompata e spinta verso l’alto dal fondo del serbatoio
fino substrato di crescita, dove sono sistemate le piante, da li gocciola sulle
piante grazie agli appositi tubi dotati di gocciolatoi e il liquido in eccesso
ricade sul fondo, grazie agli appositi fori, pronto per essere riutilizzato
nella sessione di irrigazione successiva.
Un altro sistema di coltivazione idroponica molto diffuso è
quello DWC – Deep Water Culture, in cui le piante sono sospese in alto
all’interno della grow box o della grow room – grazie ad una apposita struttura
– con le radici leggermente immerse in una soluzione ben ossigenata, composta
da acqua e sostanze nutritive.
Questo metodo prende il nome di Deep Water Culture per due
ragioni fondamentali; il primo è legato alla profondità del serbatoio e alla
quantità di acqua presente al suo interno: più acqua significa più stabilità
della soluzione nutritiva, che si traduce in una minore manutenzione da parte
del coltivatore. Il secondo motivo è strettamente legato al metodo di
irrigazione; se nella maggior parte dei sistemi idroponici le radici vengono
irrorate periodicamente e si trovano a contatto con l’acqua solo in alcuni
momenti della giornata, nel Deep Water Culture, le radici delle piante sono
costantemente immerse in una soluzione nutritiva perfettamente ossigenata.
Il terzo sistema di coltivazione idroponica maggiormente
diffuso tra i coltivatori che optano per la coltura fuori suolo è quello che
utilizza la Nutrient Film Technique, la NFT. Apprezzato per il suo design
semplice, facile da gestire e particolarmente intuitivo, questo sistema è
particolarmente adatto e frequentemente usato per le piante piccole e a
crescita rapida, come le varietà di lattuga, ma anche erbe aromatiche e i
piccoli ortaggi.
Esistono varie versioni possibili per un sistema NFT, ma
tutte accomunate dalla presenza di un flusso di acqua costante che scorre su un
tappetino leggermente inclinato, rivestito da una pellicola impregnata di
sostanze nutritive: l’acqua – nello scorrere – raccoglie le sostanze e le
distribuisce alle radici delle piante presenti nel sistema.
Uno degli svantaggi di questo sistema è nella necessità di
garantire sempre e comunque un flusso di acqua costante, che – in occasione di
interruzioni improvvise di corrente – verrebbe interrotto, creando criticità e
compromettendo la crescita delle piante.
Un sistema idroponico NFT è composto da un serbatoio per la
soluzione nutritiva, una pompa a immersione, tubi e canaline, cubetti di lana
di roccia o piccoli cestini in cui contenere le piantine e un sistema di
ritorno, che serve per riportare la soluzione nutritiva dalle canaline di
irrigazione al serbatoio.
Fonte: Agricultura.it
Nessun commento:
Posta un commento