Uno strumento in più per la tutela dei prodotti made in
Italy, le indicazioni geografiche, i consumatori. E soprattutto per il
riconoscimento del valore prioritario della identità dei cibi, uno degli
elementi fondativi alla base della Dieta Mediterranea patrimonio
dell'umanità.Con la riforma, proponente il Ministro Bonafede e co-proponente la
Ministra Teresa Bellanova, approvata stasera dal CDM, si rafforzano gli
strumenti normativi contro illeciti agroalimentari: frodi, contraffazioni e
agropiraterie. "Il falso made in Italy", ricorda la Ministra
Bellanova, "costa al nostro Paese 100 miliardi di euro l'anno, contro i
circa 42 di export dei prodotti autentici.
Un vero e proprio furto di identità che danneggia i nostri
produttori, mina la salute dei consumatori, ingannandoli, rischia di incrinare
la reputazione del Paese. Oggi, con questo testo che prende le mosse da una
proposta della Commissione Caselli, si garantisce l'effettiva tutela dei
prodotti alimentari, si rielabora il il sistema delle sanzioni, si amplia la
sfera delle tutele. Non a caso fin dal mio insediamento al Ministero ho
sostenuto la necessita di rafforzare ulteriormente il sistema di controlli che
già oggi ci pone fra i migliori al mondo per poter tutelare di più e meglio le
nostre indicazioni geografiche e i nostri marchi e sconfiggere la concorrenza
sleale che avvelena le filiere e produce distorsioni inaccettabili di mercato.
Per questo un grazie a Giancarlo Caselli e a tutti i componenti
dell'Osservatorio Agromafie che con il loro lavoro hanno contribuito in modo
determinante alla definizione delle nuove norme".
Tra le novità principali l’introduzione del reato di
agropirateria, che presuppone un concetto di organizzazione e tratteggia una
sorta di associazione a delinquere di stampo “agrimafioso”. In particolare
saranno sanzionati i casi di falso prodotto biologico e di falsa indicazione
d’origine. Sotto quest’ultimo aspetto il caso di scuola è quello dell’olio
d’oliva per il quale accade spesso che all’interno di bottiglie etichettate con
nomi e claim che rimandano all’italianità del prodotto poi in realtà ci sia
olio di importazione.
Un cortocircuito che non è stato possibile risolvere neanche
con l’obbligo di indicazione dell’origine (spesso solo sulle retroetichette)
previsto da Bruxelles. Sempre riguardo all’agropirateria, con il testo vengono
inoltre estese tutele che oggi sono limitate ai prodotti Dop e Igp anche ai
prodotti alimentari convenzionali.
Ma importante è anche la prevista revisione del reato di
frode, che in passato era legato alla consegna materiale del prodotto, mentre
in futuro sarà allargato anche ad attività realizzate in fasi precedenti come
il ricorso a segni distintivi con indicazioni false e ingannevoli.
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