L'incontro fra la solidarietà concreta dell'agricoltura e la
volontà di riscatto dei territori martoriati dalla violenza criminale può
aiutare a promuovere la legalità, combattere la cultura dell'odio e favorire
nuove modalità di welfare. E' il messaggio lanciato da Cia-Agricoltori Italiani
e dal Forum Nazionale Agricoltura Sociale a Maiano, frazione di Sessa Aurunca
nel casertano, in un convegno svolto non a caso nella Onlus "Al di là dei
sogni", ex masseria del camorrista Antonio Moccia dove la filiera agricola
da oltre 10 anni ben si sposa con quella etica. L'iniziativa di Cia rientra
nella sua decennale attività svolta attraverso l'Ong Ases (Agricoltori,
solidarietà e sviluppo), nella creazione di percorsi educativi e di riutilizzo
sociale dei beni confiscati alle mafie, offrendo occasioni di lavoro e riscatto
sociale ai giovani e promuovendo modelli di integrazione sociale. "Occorre
infrastrutturare le comunità attraverso filiere di agricoltura sociale, economiche
e beni comuni", ha detto il portavoce nazionale del Forum dell'Agricoltura
Sociale, Giuliano Ciano, "abbiamo messo a confrontano cinquanta
organizzazioni campane e non solo, con cui insieme da anni promuoviamo nuovi
modelli di welfare". In Campania sono 1.432 gli immobili definitivamente
confiscati al crimine organizzato, ricorda Cia, di cui il 56% viene destinato
ai Comuni. "E' un grande patrimonio che può essere riutilizzato per fini
sociali - ha concluso il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino - ma occorre
semplificare le complessità amministrative e burocratiche che rendono ancora
troppo gravoso il riutilizzo di terreni confiscati, altrimenti si rischia
l'abbandono e il deperimento di queste terre. Non basta più che il bene
sequestrato sia un simbolo, serve una buona politica che possa creare veri
distretti di economia sociale, creando sinergie con il profit buono dei nostri
territori come reale antidoto al sistema criminale".
In collaborazione con: Cia
Nessun commento:
Posta un commento