Il nuovo bando Macchinari innovativi sostiene la
realizzazione, nei territori delle regioni Basilicata, Calabria, Campania,
Puglia e Sicilia, di programmi di investimento diretti a consentire la
trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa ovvero a favorire la
transizione del settore manifatturiero verso il paradigma dell’economia
circolare.
La misura sostiene gli investimenti innovativi che,
attraverso la trasformazione tecnologica e digitale dell’impresa mediante
l’utilizzo delle tecnologie abilitanti afferenti il piano Impresa 4.0 e/o la
transizione dell’impresa verso il paradigma dell’economia circolare, siano in
grado di aumentare il livello di efficienza e di flessibilità dell’impresa
nello svolgimento dell’attività economica, mediante l’acquisto di macchinari,
impianti e attrezzature strettamente funzionali alla realizzazione dei
programmi di investimento, nonché programmi informatici e licenze correlati
all’utilizzo dei predetti beni materiali.
L’intervento agevolativo è stato definito nell’ambito del
Programma operativo nazionale “Imprese e competitività” 2014-2020 FESR per cui
permette di attivare risorse comunitarie già stanziate.
La dotazione finanziaria complessiva dello strumento, pari
complessivamente a euro 265.000.000, sarà messa a disposizione delle imprese
attraverso l’apertura di due distinti sportelli agevolativi, che verranno
aperti a distanza di non meno di 6 mesi l’uno dall’altro.
A chi si rivolge
Possono beneficiare dell’agevolazione le micro, piccole e
medie imprese (PMI) che alla data di presentazione della domanda:
• sono
regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese, sono nel pieno e
libero esercizio dei propri diritti e non sono in liquidazione volontaria o
sottoposte a procedure concorsuali;
• sono in
regime di contabilità ordinaria e dispongono di almeno due bilanci approvati e
depositati presso il Registro delle imprese, ovvero hanno presentato, nel caso
di imprese individuali e società di persone, almeno due dichiarazioni dei
redditi;
• sono in
regola con la normativa vigente in materia di edilizia ed urbanistica, del
lavoro e della salvaguardia dell’ambiente, nonché con gli obblighi
contributivi;
• non hanno
effettuato, nei due anni precedenti la presentazione della domanda, una
delocalizzazione verso l’unità produttiva oggetto dell’investimento;
• non
rientrano tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato
o depositato in un conto bloccato, gli aiuti considerati illegali o
incompatibili dalla Commissione europea;
• non si
trovano in condizioni tali da risultare imprese in difficoltà.
In attuazione delle normative vigenti in materia di accesso
ai fondi strutturali e in particolare delle disposizioni introdotte dall’articolo
1, comma 821 della Legge di Stabilità 2016, possono accedere alle agevolazioni
anche i liberi professionisti iscritti agli ordini professionali o aderenti
alle associazioni professionali individuate nell’elenco tenuto dal Ministero
dello sviluppo economico ai sensi della legge 14 gennaio 2013, n. 4 e in
possesso dell’attestazione rilasciata in ottemperanza alla medesima legge.
Al fine di facilitare l’accesso alle agevolazioni di
soggetti che realizzano programmi di investimento caratterizzati da comuni
obiettivi di sviluppo, possono beneficiare dell’intervento le imprese, fino a
un massimo di sei soggetti co-proponenti, in possesso dei requisiti previsti
dalla normativa che aderiscono ad un contratto di rete a condizione che tale
contratto configuri una collaborazione effettiva, stabile e coerente con gli
obiettivi di rafforzamento della competitività e di sviluppo tecnologico
connessi alla realizzazione dei programmi proposti.
Attività economiche ammesse
Sono ammesse le attività manifatturiere, ad eccezione delle
attività connesse ai seguenti settori:
• siderurgia;
• estrazione
del carbone;
• costruzione
navale;
• fabbricazione
delle fibre sintetiche;
• trasporti e
relative infrastrutture;
• produzione e
distribuzione di energia, nonché delle relative infrastrutture.
Sono inoltre ammesse le attività di servizi alle imprese
elencate nell’allegato 3 del decreto ministeriale 30 ottobre 2019.
Cosa finanzia
I programmi di investimento ammissibili devono:
• prevedere
spese non inferiori a euro 400.000,00 e non superiori a euro 3.000.000,00. Nel
caso di programmi presentati da reti d’impresa, la soglia minima può essere
raggiunta mediante la sommatoria delle spese connesse ai singoli programmi di investimento
proposti dai soggetti aderenti alla rete, a condizione che ciascun programma
preveda comunque spese ammissibili non inferiori a euro 200.000,00;
• essere
realizzati esclusivamente presso unità produttive localizzate nei territori
delle Regioni meno sviluppate;
• prevedere
l’acquisizione di tecnologie abilitanti atte a consentire la trasformazione
tecnologica e digitale dell’impresa e/o di soluzioni tecnologiche in grado di
rendere il processo produttivo più sostenibile e circolare.
I beni oggetto del programma di investimento devono essere
nuovi e riferiti alle immobilizzazioni materiali e immateriali, come definite
agli articoli 2423 e seguenti del codice civile, che riguardano macchinari,
impianti e attrezzature strettamente funzionali alla realizzazione dei
programmi di investimento, nonché programmi informatici e licenze correlati
all’utilizzo dei predetti beni materiali.
Le spese correlate ai programmi di investimento devono
essere:
• relative a
immobilizzazioni materiali e immateriali, nuove di fabbrica acquistate da
terzi;
• riferite a
beni ammortizzabili e capitalizzati che figurano nell’attivo patrimoniale
dell’impresa e mantengono la loro funzionalità rispetto al programma di
investimento per almeno 3 anni dalla data di erogazione a saldo delle
agevolazioni;
• riferite a
beni utilizzati esclusivamente nell’unità produttiva oggetto del programma di
investimento;
• pagate
esclusivamente in modo da consentire la piena tracciabilità delle operazioni;
• conformi
alla normativa comunitaria in merito all’ammissibilità delle spese nell’ambito
dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali programmazione 2014-2020;
• ultimate non
oltre il termine di 12 mesi dalla data del provvedimento di concessione delle
agevolazioni, fermo restando la possibilità da parte del Ministero di
concedere, su richiesta motivata dell’impresa beneficiaria, una proroga del
termine di ultimazione non superiore a 6 mesi.
Le agevolazioni
Le agevolazioni sono concesse, nei limiti delle intensità
massime di aiuto stabilite dalla Carta degli aiuti di Stato a finalità
regionale valida per il periodo 2014-2020, nella forma del contributo in conto
impianti e del finanziamento agevolato, per una percentuale nominale calcolata
rispetto alle spese ammissibili pari al 75 %. Il mix di agevolazioni è
articolato in relazione alla dimensione dell’impresa come segue:
• per le
imprese di micro e piccola dimensione, un contributo in conto impianti pari al
35% e un finanziamento agevolato pari al 40%;
• per le
imprese di media dimensione, un contributo in conto impianti pari al 25% e un
finanziamento agevolato pari al 50%.
Il finanziamento agevolato, che non è assistito da
particolari forme di garanzia, deve essere restituito dall’impresa beneficiaria
senza interessi in un periodo della durata massima di 7 anni a decorrere dalla
data di erogazione dell’ultima quota a saldo delle agevolazioni.
Le agevolazioni sono erogate dall’Agenzia nazionale per
l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.a. – Invitalia, a
cui sono demandate le relative attività istruttorie.
Con successivi provvedimenti del Ministero verranno rese
note le modalità operative per la presentazione delle domande
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