Dalle arance alle olive, dalle mimose agli ortaggi fino al
ritorno dell’abigeato, è far west nei campi dove si moltiplicano furti e razzie
per un bottino stimato in 300 milioni di euro all’anno che finisce sul mercato
nero ed alimenta i canali dell’abusivismo e dell’illegalità. E’ quanto afferma
la Coldiretti sulla base del rapporto sulla criminalità in agricoltura
nell’esprimere preoccupazione e cordoglio per la drammatica sparatoria in un
agrumeto del Catanese, dove sono state uccise due persone e ferita gravemente
una terza.
Gli agricoltori sono vittime di ogni genere di furti, dai
prodotti agricoli alle attrezzature fino agli animali con una escalation di
fenomeni criminali che colpisce e indebolisce il settore ma mette a rischio
anche la salute dei cittadini con l’immissione sul mercato di prodotti non
controllati o frutto della macellazione clandestina senza le necessarie
garanzie sanitarie. Non si tratta più solo di semplici “ladri di polli” quanto
spesso di veri criminali, che mettono a segno raid capaci di mettere in
ginocchio un’azienda, specie se di dimensioni medie o piccole.
La paura dilaga nei campi dove ci si sta organizzando con
ronde e servizi di vigilanza notturni ma con il ripetersi di questi fenomeni
molti imprenditori si stanno scoraggiando e addirittura non denunciano più le
razzie. Per combattere i furti nelle campagne sono entrate in gioco anche le
nuove tecnologie, come l’installazione di sistemi Gps sui trattori e di
impianti d’allarme collegati alla centrale dei Carabinieri o della Polizia.
Anche le telecamere con visione notturna possono rappresentare un sistema utile
da applicare. In taluni casi si rendono necessari servizi di scorta e
sorveglianza organizzati dagli agricoltori stessi.
In parallelo all’aumento della criminalità nelle campagne si
è sviluppata una strategia di contrasto al fenomeno con agricoltori organizzati
sui social network per mettere in pratica i consigli dei Carabinieri o in
gruppi di WhatsApp in cui scambiarsi informazioni e allertare gli iscritti in
caso di presenze di auto o persone sospette. Una attività che si affianca a
quella delle forze dell’ordine impegnate nel pattugliamento delle zone rurali.
Si tratta di lavorare per il superamento della situazione di
solitudine invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi e delle forze
di sicurezza presenti sul territorio, ma anche incentivando l’utilizzo delle
nuove tecnologie per favorire il controllo capillare del territorio e garantire
la sicurezza dei cittadini che vivono nelle aree rurali.
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