Lo sviluppo delle tecnologie per il sequenziamento dei
genomi ha consentito la loro completa decifrazione in molte specie d’interesse
agrario, come riso, mais, pomodoro, patata, peperone, melanzana, cetriolo,
melone e diverse altre (Bolger et al. 2014). Queste informazioni sono uno
strumento importante non solo per comprendere i meccanismi molecolari alla base
dell’espressione di caratteri rilevanti in agricoltura, come la produttività,
la resistenza a stress biotici o abiotici, la qualità delle produzioni, ma
anche per sviluppare metodi innovativi e più efficienti per l’analisi della
variabilità genetica e l’individuazione di marcatori molecolari utilizzabili
per la caratterizzazione delle risorse genetiche vegetali e la selezione
assistita. Inoltre, le conoscenze relative alle sequenze dei genomi delle
maggiori specie agrarie e di quelle ad esse imparentate consentono l’isolamento
dei geni alla base dei caratteri d’interesse e il loro trasferimento mirato
nelle varietà che si vogliono migliorare (Gruskin 2012; He et al. 2014;
Varshney et al. 2014). In relazione all’uso delle piante transgeniche in
agricoltura, il trasferimento nella specie coltivata di geni isolati da altre
specie e/o l’inserzione casuale del transgene nel genoma delle piante coltivate
sono generalmente percepiti come potenziali rischi per l’ambiente e la salute.
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