Per tutto il 2014 e in questo scorcio di 2015, le Regioni
hanno continuato ad utilizzare i fondi destinati ai Psr 2007-2013 cercando di
completare un programma approvato ben 8 anni fa che quindi prevedeva misure che
potrebbero ora risultare “obsolete”. Ma le singole regioni hanno continuato
anche a lottare contro il tempo per non perdere alla fine di ogni anno parte di
tali fondi in quanto inutilizzati. La regola del disimpegno automatico è una
tagliola che si presente regolarmente nell’ultimo trimestre di ogni anno e
impegna le amministrazioni regionali nella ricerca di soluzioni per realizzare,
negli ultimi giorni di dicembre, la spesa a rischio ritorno nelle casse
comunitarie e da qui nelle casse di qualche Stato membro più solerte. Il
ritardo (colpa dell’Italia e non certo dei servizi comunitari)
nell’approvazione dei Psr 2014-2020 torna utile per concentrare tutte le
energie sull’attuazione degli ultimi interventi della precedente
programmazione. L’ultimo report sullo stato di avanzamento della spesa per i
Fondi 2007/2013 evidenzia, al 31 marzo 2015, un residuo di spesa di 1,6
miliardi di euro da spendere entro il 31 dicembre del 2015. Nel primo trimestre
del 2015 le regioni hanno speso fondi comunitari per poco meno di 60 milioni di
euro e quindi dovranno cambiare ritmo se vogliono completare i programmi.
Discreta la performance delle Regioni Veneto con 9,6 meuro, Piemonte con 7,5
meuro ed Emilia-Romagna con 7,2 meuro. Ancora una volta, la regione che rischia
di più è la Campania che rischia il disimpegno automatico a fine 2015 di oltre
243 milioni di €, seguita dalla Sicilia con 230 milioni e dalla Puglia con 178
milioni. La classifica delle maglie nere è completata da Basilicata e Sardegna.
Dall’altra parte della classifica si riconfermano virtuose la Provincia
autonoma di Bolzano e quella di Trento seguite dalle Regioni Friuli, Liguria,
Valle d’Aosta e Molise.
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