Un
accordo storico per rilanciare il settore oleario, a partire dal Piano
Olivicolo Nazionale, che vedrà impegnati insieme agricoltori e industriali. E’
questa la novità che emerge dall’intesa sottoscritta da ASSITOL, l’Associazione
italiana dell’Industria olearia, insieme a Unaprol e con il sostegno di Cno e
Aifo, poi allargato alle altre associazioni di settore. Alla base dell’accordo,
la necessità di ridisegnare il comparto, messo a dura prova dalla annata
negativa appena trascorsa e dall’epidemia della Xylella. “Il Ministero delle
Politiche Agricole e Alimentari, lo scorso gennaio – rileva Giovanni Zucchi,
presidente di ASSITOL – ha avanzato una strategia di intervento, chiedendo agli
operatori una proposta unitaria. Proposta che siamo felici di presentare
insieme ad Unaprol, con un documento concreto, che permetterà sia alla parte
agricola sia a quella industriale e commerciale di lavorare insieme al
rinnovamento del settore”. Il Piano olivicolo, secondo l’accordo, deve puntare
sul recupero degli impianti in stato di abbandono rendendoli subito produttivi,
e sull’infittimento degli oliveti esistenti. Al tempo stesso, il documento auspica
“l’avvio di nuovi investimenti per impianti intensivi che siano in grado di
valorizzare varietà italiane”, con tempi brevi per la messa in produzione.
Inoltre, si propone di definire un intervento straordinario per favorire una
politica di credito agevolato alle aziende olivicole in sofferenza finanziaria
a causa della mancata produzione, con la disponibilità di risorse per la
costituzione di appositi fondi rischio. Il documento impegna le associazioni in
un’opera di valorizzazione di tutti i prodotti della filiera olivicola, a
cominciare dall’extravergine d’oliva. In tal senso, l’intesa sottolinea il
problema del deficit storico di produzione italiana, riconoscendo all’industria
di confezionamento “di aver saputo conquistare e difendere importanti quote di
consumatori all’estero in un contesto di annosa carenza produttiva nazionale”.
Per il presidente Zucchi, “si conferma la capacità storica dell’industria
olearia, che ha reagito alla mancanza cronica di materia prima ricorrendo alle
importazioni e alla selezioni degli oli migliori”. In questo quadro, i
produttori agricoli sono chiamati ad impiegare soltanto i pesticidi accettati
nei principali paesi di destinazione degli oli nazionali, favorendo l’export,
che rappresenta la chiave di volta per il futuro del comparto. Di qui, anche le
necessità, ventilata dall’intesa di costituire, con gli Organi di controllo e
con tutte le componenti della filiera, un tavolo di confronto per
l’ottimizzazione dei controlli in tutti gli stadi della filiera. “Ogni attore
della filiera conosce i punti deboli dell’altro – commenta il numero uno di
ASSITOL – è quindi essenziale collaborare per rafforzare le verifiche sui
prodotti, sia nei frantoi sia negli stabilimenti industriali”. L’accordo
prevede infine l’avvio di IGP regionali – come fatto dalle regioni Toscana e
Sicilia – con lo sviluppo di un sistema di tutoraggio nelle procedure di
trasformazione, oltre che di nuovi ed efficienti centri di stoccaggio a favore
di strutture (cooperative, O.P., frantoi di medie dimensioni) che vi
concentreranno i quantitativi di olio prodotto in vista della commercializzazione.
Allo scopo di finanziare adeguatamente il Piano olivicolo, olivicoltori e
imprenditori sostengono la mozione, ora all’esame del Parlamento, che prevede
un fondo di rotazione triennale di 90 milioni di euro a favore del riassetto
del settore. “Questo accordo è fondamentale – conclude Zucchi – perché affronta
le criticità storiche del comparto, pensando al futuro. Ecco perché ci
auguriamo di vederlo presto attuare, in collaborazione con le altre
associazioni e con il sostegno della controparte istituzionale”.
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