Grazie al biogas, le emissioni inquinanti del settore
agricolo possono essere abbattute del 15%. Lo fa sapere il Cib, il Consorzio
Italiano Biogas che ha partecipato agli Stati generali sui cambiamenti
climatici, promossi a Roma dal governo nell'ambito delle iniziative di
#italiasicura. Il Cib ha elaborato un documento, pubblicato tra i contributi
ufficiali che verranno discussi nell'ambito della consultazione aperta alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri per definire l'agenda italiana, ovvero le
idee e le proposte che verranno esposte a dicembre alla Conferenza di Parigi
sul clima nel dossier Cop21. Nel documento si evidenzia che, secondo recenti
studi, tra i quali quelli condotti dal Crpa di Reggio Emilia e dal Jrc a
livello europeo, l'utilizzo dei reflui zootecnici in impianti a biogas può
contribuire a un abbattimento di oltre il 15% del totale delle emissioni
climalteranti di cui sono responsabili gli allevamenti. Si tratta del
potenziale più alto rispetto al complesso di misure di mitigazione individuate
dagli stessi studi. L'agricoltura oggi è responsabile del 12% delle emissioni
climalteranti a livello globale (9% a livello europeo) delle quali per circa il
6% costituite da metano e diossido di azoto derivati da allevamenti e gestione
delle deiezioni e il resto da emissioni Co2 derivate dall'impiego di fonti
fossili per le lavorazioni e perdita della sostanza organica del terreno in
colture intensiva. "Il biogas - commenta Piero Gattoni, presidente del Cib
- è una tecnica win-win, doppiamente vincente. Da un lato riduce le emissioni
climalteranti prodotte dalla zootecnia e dall'altro, grazie all'inserimento di
un'infrastruttura strategica in grado di utilizzare sottoprodotti e colture di
integrazione per la produzione di energia elettrica, termica, biometano e
bio-fertilizzante, permette di perseguire un'intensificazione ecologica del
suolo agrario, che contribuisce alla riduzione di emissioni di Co2". "Questa
è la più evidente espressione del 'Biogasdoneright', il biogas fatto bene, che
può diventare motore di uno sviluppo agricolo più sostenibile e attento alla
tutela dell'ambiente: dall'aria, con l'abbattimento delle emissioni, al suolo,
con l'utilizzo del bio-fertilizzante da digestione anaerobica, per ridare
nutrienti ai terreni coltivati ma anche per favorire un'agricoltura carbon
negative con la chiusura del ciclo del carbonio nel terreno. Perché per nutrire
il pianeta dobbiamo tornare a nutrire il terreno".
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