Con l'approvazione del “Tasso di adattamento dei pagamenti
diretti per l'anno civile 2015”, il Parlamento europeo ha approvato un taglio
dell'1,4% sui pagamenti diretti che l'Ue versa agli agricoltori europei che
rispettano gli standard di qualità, tutela ambientale e benessere degli animali
fissati dall'Unione. Si parla di un totale di 441,6 milioni di euro (prezzi del
2011 aggiustati all'inflazione). Esentati dai tagli gli agricoltori rumeni e
bulgari (fino al 1 gennaio 2016) e croati (fino al 1 gennaio 2022). Dai tagli
verranno esentati i primi 2mila euro di pagamenti Ue. La decisione di oggi
riguarda l'applicazione delle regole sulla disciplina finanziaria in base alle
quali sono gli stessi produttori a dover farsi carico delle crisi nel settore,
come conseguenza dei tagli sul budget Ue 2014-2020, che hanno lasciato Pac
priva di margini per rispondere alle emergenze.
Esentato chi riceve meno di 2000 euro
Paolo De Castro, coordinatore socialista della commissione
agricoltura dell'Europarlamento, si rammarica del fatto che “nell'accordo
finale sulla prospettive finanziarie l'esenzione venne fissata a 2mila euro
invece delle 5mila come proposto dal Parlamento europeo. Noi continuiamo invece
a pensare - conclude - che una soglia più elevata di esenzione sarebbe un modo
più equo per non ridurre i pagamenti ai piccoli agricoltori".
Gli agricoltori pagano per le emergenze del settore
L'attuale meccanismo prevede che siano gli stessi
beneficiari dei pagamento diretti a coprire le spese per emergenze come gli
sbilanciamenti di mercato e crisi sanitarie come l'epidemia da E.Coli dei
cetrioli coltivati in Spagna nel 2011. Crisi alle esportazioni di prodotti
agroalimentari europei causate dall'embargo della Russia non sono comprese in
queste emergenze in quanto ricevono finanziamenti a parte.
Ancora niente per fondo speciale emergenze
È da anni che il Parlamento europeo cerca di ottenere la
costituzione di un fondo speciale dal quale attingere in caso di emergenze
simili senza decurtare i pagamenti diretti. L'obiettivo è creare questa riserva
finanziaria in caso di crisi nel settore pari a 441,6 milioni di euro nel corso
del 2016. Paolo De Castro
sottolinea che "in una prospettiva di lungo periodo, bisogna
ripensare gli strumenti di gestione della crisi, puntando a nuovi e più forti
strumenti che possano rappresentare una rete di sicurezza per gli agricoltori e
farli competere senza paura sul mercato mondiale".
Cosa prevede la Pac riformata
La riforma della Pac del 2014 ha introdotto nuove clausole
di salvaguardia in tutti i settori per consentire alla Commissione europea di
adottare misure d'emergenza in risposta a turbative generali del mercato, come
appunto le misure adottate durante la crisi dell'E.coli. Queste misure saranno
finanziate da una riserva di crisi costituita tramite la riduzione annuale dei
pagamenti diretti. I fondi non impiegati per le misure di crisi saranno
restituiti agli agricoltori l’anno successivo.
In caso di grave squilibrio del mercato, la Commissione può
quindi autorizzare le organizzazioni dei produttori o le organizzazioni
interprofessionali, nel rispetto di determinate garanzie, ad adottare
collettivamente determinate misure temporanee (ad esempio ritiro dal mercato o
ammasso privato) per stabilizzare il settore interessato.
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