Come sarà l’agricoltura fra 10 anni? L’ingresso di Google
nel mondo dei big data “rurali” ha l’ambizione di farne un’impresa meno
incerta. Perlomeno dal punto di vista agronomico e dell’assistenza tecnica.
Negli Usa la rivoluzione è iniziata. Il mantra è sempre quello: raccogliere una
mole enorme di dati senza filtri. Più trasparenza è la promessa. 15 milioni di
$ sono stati investiti nella start-up Farmers Business Network (Fbn). Fbn
aggrega informazioni sulle aziende agricole (sementi, fertilizzanti,
pesticidi), li incrocia e analizza con il meteo, le tecniche colturali, le
caratteristiche dei terreni e li mette a disposizione degli agricoltori. Alla
modica cifra di 500 $/anno sforna scelte agronomiche migliori per produrre di
più riducendo costi e impatto ambientale. Secondo Google “oggi gli agricoltori
non dispongono di informazioni affidabili. Sinora si sono basati su prove
universitarie condotte in condizioni di elevato controllo o sui consigli delle
società sementiere. E operano in condizioni di profitti risicatissimi, stretti
fra prezzi bassi delle materie prime e costi dei mezzi tecnici in salita”.
Google è uno dei padroni dell’universo, ma promette scienza aliena da ideologia
e tecnica immune da interessi. Il bilancio finale tra costi e benefici sarà
sicuramente positivo. Alla voce costi non trascuriamo la privacy. Google
disporrà di milioni di informazioni sensibili su milioni di agricoltori.
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