Indagine Ufficio antifrode europeo su oltre decennio attività
L'Italia rischia di perdere circa 389milioni di aiuti
comunitari. La Commissione europea propone infatti una "rettifica
finanziaria", cioè una perdita di risorse (da compensare sul periodo
2014-2010) di 388.743.938 di euro, per 11 anni di "gravi carenze"
contestate all'Agea, l'agenzia che gestisce gli aiuti comunitari
all'agricoltura (circa 7 miliardi annui). E mentre a Roma si cerca un modo per
uscire dalla situazione - una riunione prevista per il 22 maggio tra tecnici
dell'Italia e dell'esecutivo Ue alla fine non si è fatta, mentre si prende
tempo per portare avanti la fase conciliatoria - da Bruxelles potrebbe arrivare
una nuova tegola da 152milioni, per un altro capitolo dello stesso filone. Tutto
parte con un'indagine di Guardia di finanza e Ufficio antifrode europeo (Olaf)
sul sistema informatico agricolo nazionale (Sian), utilizzato per gestire tutte
le operazioni relative alla politica agricola comunitaria in Italia. E' con
questi accertamenti che si arriva alla scoperta di un registro parallelo. Una
sorta di 'limbo' che in Agea era conosciuto e gestito da pochi. E' qui che si
iscriveva la contabilità debitoria di posizioni irregolari o fraudolente legate
all'uso dei fondi Ue. Una pratica andata avanti dal 1999 al 2013, fino a quando
Fiamme gialle e Olaf hanno deciso di vederci chiaro. Di fatto, le situazioni
opache, invece di essere approfondite e risolte col recupero del denaro da Agea
negli anni, sono state ammucchiate in un angolo nascosto del Sian, lasciando
che finissero in prescrizione. Questo significa che quando l'Italia sarà
chiamata dalla Commissione europea a rispondere delle somme in sede definitiva
(la cifra sarà compensata con i nuovi aiuti Ue 2014-2020), Roma potrebbe non
avere posizioni su cui rivalersi per limitare il danno economico. Sulla vicenda
ha condotto un'inchiesta anche la procura di Roma e i responsabili dell'Ufficio
monocratico e organismo pagatore di Agea che si sono susseguiti a partire dal
2008, Paolo Gulinelli, Alberto Migliorini e Concetta Loconte (quest'ultima
tuttora in carica) rischiano il rinvio a giudizio per abuso d'ufficio e falso
in atto pubblico. I tre indagati non avrebbero controllato l'esatta
contabilizzazione dei pagamenti eseguiti e avrebbero trasmesso all'Ue
dichiarazioni relative ai conti annuali degli organismi pagatori omettendo di
informare la Commissione "del numero effettivo e della reale entità delle
posizioni debitorie conseguenti alle erogazioni indebitamente erogate". Il
portavoce della Commissione per l'Agricoltura Daniel Dal Rosario, alla
richiesta di informazioni sull'avanzamento del dossier, risponde con un secco
"no comment". Ma oltre alle conferme che l'ANSA ha ottenuto dall'Olaf
sulla vicenda, c'è una lettera della direttrice della direzione generale Agri
Christina Borchmann dell'aprile scorso , che non lascia dubbi. Nell'allegato al
documento, alla voce 'conseguenze finanziarie' si legge: "date le
preoccupazioni sollevate dall'audit, la dg Agri intende proporre una rettifica
finanziaria relativa a tutti i debiti non recuperati anteriormente al 2010.
L'importo massimo della correzione ammonta a 388.743.938 milioni, di cui
388.728.816 finanziati dal Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (Feaga) e 15.121
dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr). Nella lettera si fa
altresì presente che per il momento non sono stati presi in considerazione i
152milioni di uro delle cosiddette "banche dati non gestite", vale a
dire un altro ambiente del Sian di cui i conti non quadrano e le cifre
iscritte, nonostante riportino la dicitura "nazionale", sono in parte
comunitarie.
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