“Non si può rifiutare la forza persuasiva del profumo, essa
penetra in noi come l’aria, ci domina totalmente, non c’è modo di opporvisi…”,
sono le parole del protagonista del
libro di Patrik Süskind, “Das parfum”.
Cosmetologia e cosmesi
I due termini sono sinonimi, ma il primo ha un significato
più ampio del secondo, includendo lo studio dei caratteri estetici e dei
processi biochimici, fisiologici o patologici dello organismo in generale e
della cute in particolare.
Si occupa anche dello studio dei principi attivi nonché
degli eccipienti, conservanti e profumi contenuti nelle preparazioni.
La cosmetologia è un’arte antica quanto l’uomo. Essa si è
evoluta mutando forma con l’evoluzione dell’uomo e della società mentre,
l’interesse da parte degli studiosi è abbastanza più recente. Inoltre la storia
dell’arte cosmetica presenta delle strette connessioni con quella della
medicina.
Cosmesi e comportamento
Ancor prima che l’uomo si impadronisse della scrittura si
era già appropriato della così detta «cosmesi naturalistica» basata su quanto
l’ambiente gli metteva a disposizione (piume, zanne, semi colorati, conchiglie,
pietruzze…).
Una originale forma di cosmesi naturale venne dedicata alla
caccia che si proponeva come il «trucco» più antico. Infatti, l’arte di
rassomigliare alla preda sia nelle fattezze che nell’odore è stata ampiamente
dimostrata (piume /aquila o condor, crini/leone).
Da sempre si è assistito alla creazione di un rapporto
intimo tra magia e cosmesi naturale; ne sono un esempio i rituali di morte
(tanatoestetica) con la cosmesi del defunto e la generazione di reliquie.
Un particolare connubio si è instaurato poi tra cosmesi e
corteggiamento: accanto al dimorfismo sessuale è spesso abbinata una livrea
diversamente colorata. In ambito vegetale il fiore profumato serve per attirare
i pronubi. In breve si può dire per risultare più attraenti. L’uomo inventò
anche la «cosmesi ornamentale», dando vita così all’eterna ricerca del diverso,
del più prezioso, del più raro.
Vari tipi di cosmesi
Cosmesi e culto e cosmesi rituale: le offerte venivano di
norma bruciate e veicolate al cielo sotto forma di fumo, l’essenza migliore di
una sostanza divenne il nostro «profumo» (pro fumo tribuere).
Cosmesi curativa
Diffusione delle tecniche di distillazione e fermentazione
ad opera degli Arabi. Si ricorda l’enfleurage come l’antica tecnica per
ottenere le essenze floreali. Nello specifico Paracelso (Teofrasto von Hohenheim
sec. XVI) dedicò particolare attenzione «al kohl» ottenuto da fermentazione di
sostanze zuccherine, oggi noto col nome di alcol. L’introduzione dell’alcol in
profumeria significò la nascita di una nuova era per la cosmesi.
Le oleaginose in cosmesi
Tra le varie specie vegetali quelle ricche di lipidi, le
oleifere o oleaginose appunto, sono sempre state utilizzate in cosmesi.
Tra gli ingredienti vegetali maggiormente usati in campo
cosmetico troviamo:
estratti glicolici, e. idroalcolici, tinture madri, estratti
oleosi ed oli vegetali, oli essenziali, acque distillate ed estratti secchi.
Il vantaggio dell’impiego degli oli vegetali in cosmetica
risiede nella loro particolare composizione lipidica che si avvicina molto a
quella del sebo presente negli interstizi e sulla superficie dello strato
corneo della cute. La presenza e la costituzione chimica dei componenti del
film lipidico hanno un ruolo importante nel mantenimento della plasticità della
cute, nel controllo della dispersione di acqua e nel costituire la prima
barriera all’ingresso di agenti esterni.
Alcune fonti vegetali utilizzate in cosmesi
Tra le specie erbacee vanno ricordate: germe di grano,
borragine, canapa, ladanum, giunco odoroso, rosa, cardamomo; tra le arboree:
argan, jojoba, mandorle dolci, palma da cocco, vinacciolo, mirto, terebinto,
cedro del Libano, cassia, incenso bianco, liquidambar, cedro bianco e numerose
altre ancora.
Questi rappresentano delle vere e proprie “riserve” di acidi
grassi polinsaturi ad azione sebo-affine, in grado di provvedere al ripristino
della fisiologica barriera cutanea mediante un’azione filmogena ed emolliente.
Per modificare i suoi acidi grassi la pianta utilizza sette
enzimi di cui due meritano particolare attenzione: la desaturasi che rende
l’acido grasso meno saturo aggiungendo uno o più doppi legami nella catena
carboniosa e l’elongasi che allunga la catena di una o più coppie di atomi di
carbonio.
Gli oli vegetali
In definitiva gli oli vegetali hanno diverse funzioni:
mantengono l’idratazione, sono anti screpolature e desquamazioni; evitano la
dispersione di acqua; preservano tono ed elasticità; rafforzano la naturale
barriera lipidica; sono una fonte di vitamine liposolubili (vitamine A, D, E,
K).
Si possono dividere in: oli ultraleggeri, leggeri, intermedi,
siccativi e funzionalizzati.
Merita infine ricordare che l’espressione dei caratteri in
un vegetale superiore è una specifica caratteristica del genoma della pianta,
espressione mediata però dall’ambiente di coltivazione. Pertanto la quantità e
la composizione qualitativa dei derivati oleosi in una specie oleifera potranno
variare, anche significativamente, a seconda del tipo di ambiente più o meno
favorevole alla biosintesi dell’olio estraibile.
Fonte: Accademia dei Georgofili
Autore: Giuliano Mosca
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