
Dopo l’avvio della mappatura dei fabbisogni e delle condizioni
irrigue in un centinaio di aziende agrumicole “campione” su tutto il territorio
siciliano, in corso grazie a un pool di agronomi rilevatori coordinati da
Carmelo Asero, adesso è stata avviata anche la seconda fase del progetto che
permetterà di avere un quadro generale, su tutto il territorio isolano,
dell’uso e delle pratiche di utilizzo delle risorse idriche.
Le Aziende coinvolte nella rilevazione con i droni sono La
Normanna Soc. Coop. Agr., Coop. Il Girasole, A. & Co. S.a.s., Azienda
Agricola F.lli Arena s.s., Calabretta Società Cooperativa Agricola, Azienda
Agricola Diana Gerardo, Gea Soc. Coop. Agr., Az. Agricola Di Silvestro
Francesco, tutte nell’area etnea di produzione dell’Arancia Rossa Igp; Azienda
Agricola Reitana di Interdonato Attilio, nel territorio messinese in cui
produce il Limone Interdonato Igp; Azienda Agricola Magliocco Sabrina e Azienda
Agricola F.lli Malfitano, entrambe nell’areale del Limone di Siracusa Igp;
Riberfrutta S.S. Agricola di Parlapiano Vincenzo, Paolo e Biagio e Azienda
Agricola Orlando Giusy, ricadenti nell’area di produzione dell’Arancia di
Ribera DOP); altre due aziende facenti parte del Consorzio “Il tardivo di
Ciaculli”, a Palermo.
“Abbiamo iniziato – spiega Antonio Cancelliere, Ordinario di
Costruzioni Idrauliche, Marittime e Idrologia al Dicar e responsabile
scientifico del progetto – il monitoraggio ad alta risoluzione degli indicatori
di stress idrico degli agrumeti, con l’impiego di tecnologie innovative,
attraverso droni dotati di speciali sensori (telecamere multispettrali).
L’individuazione di eventuali situazioni di stress idrico delle piante consente
di migliorare le pratiche irrigue e in definitiva di ottimizzare l’uso
dell’acqua in agrumicoltura. Dal punto di vista tecnico-scientifico – aggiunge
il professore – il progetto ha una duplice finalità: da un lato si intende
contribuire alla definizione di un quadro conoscitivo sull’uso dell’acqua nella
filiera produttiva agrumicola in Sicilia, sia dal punto di vista quantitativo
che qualitativo, attraverso un’attività di raccolta dati e la successiva
elaborazione attraverso tecniche WebGIS. Parallelamente, saranno sviluppate
azioni di tipo dimostrativo, volte a diffondere metodologie innovative per
l’uso sostenibile delle risorse idriche, tramite l’utilizzo di droni e la
realizzazione di un impianto di irrigazione pilota”.
“Le attività progettuali – aggiunge Federica Argentati,
presidente del Distretto Agrumi di Sicilia – procedono come da cronoprogramma.
Abbiamo coinvolto i consorzi di tutela delle produzioni di qualità e le singole
aziende associate e non al Distretto, in tutti i territori agrumetati della
Sicilia, in modo da avere un approccio sistemico, il primo del genere, al tema
dell’irrigazione e delle risorse idriche in agrumicoltura. Al termine delle
attività avremo un quadro definito delle esigenze, delle eccellenze che ci
sono, ma anche delle criticità che certo non mancano su tutto il territorio
siciliano. La mappatura a cui stanno lavorando i nostri rilevatori e la
rilevazione fatta con i droni offriranno dati empirici e scientifici preziosi,
che il Dicar dell’Università di Catania elaborerà in modo unitario, per avere
un quadro specifico della situazione. È nostro compito supportare le imprese
della filiera agrumicola, su tutto il territorio regionale, nell’affrontare
processi di conoscenza e ottimizzazione delle risorse dal punto di vista della
qualità, dell’efficienza, della riduzione dei costi e, naturalmente, nel
rispetto dell’ambiente. L’acqua è una risorsa fondamentale e dobbiamo imparare
a utilizzarla in modo intelligente”.
IL PROGETTO A.C.Q.U.A.
La prima delle azioni previste dal progetto è la mappatura
di tutta la filiera agrumicola per registrare qualità e quantità dell’acqua
proveniente da diverse fonti, sia pubbliche che private, metodi di irrigazione
in uso, consumi idrici e relativi costi, in modo da verificare le pratiche
aziendali e registrare le esigenze di produttori e trasformatori.
Al contempo la mappatura prevede la raccolta di informazioni
sulla qualità dell’acqua disponibile, che sarà il punto di partenza per la
valutazione del possibile uso di risorse idriche non convenzionali, come
fertirrigazione e biostimolanti, riduzione di prodotti chimici per maggiore
protezione di ambiente e consumatori, tecniche di desalinizzazione per
l’irrigazione con acqua salmastra.
I dati raccolti verranno inseriti ed elaborati all’interno
di una piattaforma WebGis che permetterà di facilitare anche la visualizzazione
interattiva della mappatura.
Inoltre, si procederà al monitoraggio ad alta risoluzione
degli indicatori di stress idrico degli agrumeti, con l’impiego di tecnologie
innovative, attraverso droni dotati di speciali sensori (telecamere termiche e
multispettrali) che consentono la mappatura ad alta risoluzione degli
indicatori di stress idrico delle colture.
Contemporaneamente sarà realizzato un impianto pilota di
irrigazione sostenibile degli agrumi. L’obiettivo è creare un campo
esemplificativo che mostri le pratiche per utilizzare e riutilizzare l’acqua e
sostenere le buone pratiche nella filiera agrumicola: ripristinare l’impianto
di irrigazione degli agrumi attraverso l’energia solare, grazie ad alcuni
accorgimenti, quali la creazione di un serbatoio di accumulo per contenere i
flussi di acqua invernali, l’installazione di un impianto fotovoltaico pilota
galleggiante sulla superficie del serbatoio, la creazione di più sistemi di
irrigazione nell’agrumeto e piante campione per la fertirrigazione e l’uso di
bio stimolanti. L’impianto rimarrà poi a disposizione per formare studenti, tecnici
e imprenditori.
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