I clan messinesi che avrebbero intascato indebitamente fondi
europei destinati ai produttori agricoli; i clan di camorra dei Casalesi
infiltrati nel settore della commercializzazione del latte in Campania; una
truffa ai danni dell'Inps nel Metapontino per l'assunzione di falsi braccianti
nelle aziende agricole. L'agricoltura è sempre più nel mirino delle mafie.
Mani dei clan sui fondi Ue, truffa milionaria
I carabinieri del Ros e la Guardia di Finanza hanno
arrestato 94 persone nel corso del più imponente blitz mai messo a segno contro
i clan mafiosi messinesi dei Nebrodi. I clan puntavano ai soldi dell'Ue.
Avrebbero intascato indebitamente fondi europei per oltre 5,5 milioni di euro,
mettendo a segno centinaia di truffe all'Agenzia per le erogazioni in agricoltura
(AGEA), l'ente che eroga i finanziamenti stanziati dall'Ue ai produttori
agricoli. A fiutare l'affare milionario sono stati i clan storici di Tortorici,
paese dei Nebrodi, i Batanesi e i Bontempo Scavo, che, anche grazie all'aiuto
di un notaio compiacente e di funzionari dei Centri Commerciali Agricoli (CCA)
che istruiscono le pratiche per l'accesso ai contributi europei per
l'agricoltura, hanno incassato fiumi di denaro. I due clan, invece di farsi la
guerra, si sono alleati, spartendosi virtualmente gli appezzamenti di terreno,
in larghissime aree della Sicilia ed anche al di fuori dalla regione, necessari
per le richieste di sovvenzioni. "Ciò, - scrive il gip che ha disposto gli
arresti su richiesta della Dda di Messina- con gravissimo inquinamento
dell'economia legale, e con la privazione di ingenti risorse pubbliche per gli
operatori onesti".
Immediato il commento della Commissione Ue dopo il blitz.
"Siamo al corrente di questa indagine delle autorità italiane sul cattivo
utilizzo dei fondi. L'indagine è sempre in corso, ed è nelle mani delle
autorità italiane. La Commissione Ue - ha evidenziato il portavoce - ha una
politica di tolleranza zero rispetto alle frodi dei fondi europei. Insistiamo
con gli Stati affinché sviluppino e stabiliscano un impegno chiaro per evitare
queste situazioni".
Alla Procura Distrettuale Antimafia di Messina, ai Ros, al
Comando Tutela Agroalimentare dei Carabinieri per l'operazione "di grande
rilevanza", messa a segno nei confronti dei clan messinesi, va il plauso
della ministra Teresa Bellanova, che osserva: "La gravità di quanto emerso
è enorme. Altrettanto evidente il danno derivante dal sottrarre importanti
risorse europee alla buona agricoltura e alle imprese di qualità, che nella
Sicilia orientale sono la maggior parte, per dirigerle verso le cosche mafiose
e le imprese colluse con la connivenza di pezzi della pubblica
amministrazione".
"Doppiamente colpevoli - afferma Bellanova -
considerato l'utilizzo della figura dei giovani imprenditori, funzionale alla
distrazione delle risorse.
"Un crimine nel crimine, un furto di futuro alle nuove
generazioni, alla Sicilia, al suo agroalimentare di eccellenza che ho avuto
modo di visitare personalmente di nuovo anche nelle ultime settimane".
"La fisionomia modernissima e dinamica, a detta degli inquirenti, dei
gruppi criminali sgominati, molto lontana dallo stereotipo della mafia dei
pascoli - prosegue la ministra delle Politiche Agricole - conferma l'importanza
del lavoro di indagine che colpisce clan mafiosi dediti allo sfruttamento delle
risorse pubbliche in agricoltura, facendo emergere addirittura questo come
attività prioritaria, con una ferita per le imprese sane. Operazione
significativa anche per il numero di donne e uomini dell'Arma dei Carabinieri
tra cui il nostro reparto specializzato. Ancora una volta - conclude Bellanova
- emerge la qualità del nostro sistema di prevenzione e repressione a tutela di
quell'economia e quell'agroalimentare che scelgono, senza tentennamenti, la via
della legalità, del rispetto della legge, della concorrenza virtuosa e sana,
della qualità territoriale come elemento fondamentale per la competitività e lo
sviluppo".
"Il clan sfruttava con l'inganno le risorse pubbliche
per l'agricoltura, arrecando un grave danno a tutti gli imprenditori onesti che
rendono la nostra agricoltura innovativa e moderna. Per questo il nostro
ringraziamento va alla Procura Distrettuale Antimafia di Messina, ai Ros e al
Comando Tutela Agroalimentare dei Carabinieri", commenta il presidente
della commissione Agricoltura alla Camera, Filippo Gallinella. "Il
MoVimento 5 Stelle - conclude - e il governo stanno lavorando molto per
sostenere e rilanciare il nostro mondo agricolo e soprattutto per aiutare tutte
quelle imprese sane che rendono grande il nostro made in Italy".
Infiltrazioni clan casalesi in settore latte, 7 arresti
Hanno fatto luce sull'intromissione del clan dei Casalesi
nel settore della commercializzazione e distribuzione del latte le indagini
della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza che oggi hanno eseguito sette
misure cautelari nei confronti di 7 persone gravemente indiziate, a vario
titolo, di concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Secondo quanto
emerso dall'attività investigativa, coordinata dalla DDA di Napoli, il clan si
era infiltrato nel settore attraverso un'azienda fittiziamente intestata a
prestanome. Secondo gli investigatori gli indagati hanno fornito un contributo
concreto all'associazione mafiosa consentendole di conservarsi e a rafforzarsi.
Contestato anche il reato di trasferimento fraudolento di valori, con
l'aggravante mafiosa. Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile di
Napoli, dal Commissariato di Castellammare di Stabia e dal G.I.C.O. del Nucleo
di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli.
Truffa ai danni dell'Inps nel Metapontino, 501 denunciati
Cinquecentouno persone sono state denunciate dai Carabinieri
con l'accusa di truffa aggravata ai danni dell'Inps, in provincia di Matera.
L'inchiesta, coordinata dalla Procura della Repubblica di Matera, ha riguardato
l'assunzione di falsi braccianti nelle aziende agricole del Metapontino.
Coldiretti, serve una riforma dei reati agroalimentari
"Gli ottimi risultati dell'attività di contrasto delle
Forse dell'ordine confermano la necessità di tenere alta la guardia e di
stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati
in materia agroalimentare". Lo afferma il presidente della Coldiretti,
Ettore Prandini, nell'esprimere sostegno all'operazione dei carabinieri del Ros
e della Guardia di Finanza contro i clan mafiosi messinesi dei Nebrodi, che
hanno fatto luce sull'intromissione del clan di camorra dei Casalesi nel
settore della commercializzazione e distribuzione del latte in Campania. Un
pieno apprezzamento, precisa il presidente, per un'azione che va a contrastare
un sistema criminale che si appropria di vasti comparti dell'agroalimentare e
dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza e il libero mercato
legale e soffocando l'imprenditoria onesta. "L'innovazione tecnologica e i
nuovi sistemi di produzione e distribuzione globali rendono ancora più
pericolosa la criminalità nell'agroalimentare", fa notare infine Prandini,
nel ricordare che il volume d'affari complessivo annuale delle agromafie, che
vale 24,5 miliardi di euro, spazia dal latte ai fondi comunitari,
dall'agricoltura all'allevamento, dalla distribuzione alimentare alla
ristorazione.
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