
L’Istat rileva che è pari a 31,9 miliardi di euro il valore
aggiunto dell’agricoltura in Italia. L’Italia si conferma al primo posto nella
Ue28 davanti a Francia (31,0 miliardi di euro) e Spagna (26,5 miliardi) segnala
l’Istituto di Statistica nella stima preliminare dei conti economici
dell’agricoltura per l’anno 2019. Il valore aggiunto dell’agricoltura per
l’insieme della Ue28 è pari a 188,1 miliardi di euro. L’indicatore di reddito
agricolo per l’Italia è -2,6%, in controtendenza rispetto alla Ue28 (+2%). Le
Unità di Lavoro (Ula) hanno subito un modesto calo (-0,1%), sintesi di un
incremento dei lavoratori dipendenti (+0,4%) e di un calo di quelli
indipendenti (-0,4%) rileva ancora l’Istat. I contributi alla produzione
ricevuti dal settore sono aumentati del 3,8%, valore che segue il forte
incremento del 16,8% registrato nel 2018. Il reddito dei fattori è diminuito
del 2,2% in valore e, conseguentemente, l’indicatore di reddito agricolo ha
subito un decremento del 2,6%, conclude l’Istat.
E’ stato vistoso il calo della produzione del vino (-12,0%)
mentre un buon recupero si è avuto per l’olio di oliva (+32,0%), rileva ancora
l’Istat, che indica diminuzioni rilevanti anche per frutta (-3%) e cereali
(-2,6%) mentre è proseguito il trend positivo delle attività secondarie (+1,3%)
e delle attività dei servizi (+0,4%). Più contenuta, rispetto al 2018, la
crescita sia dei prezzi alla produzione (+0,7%) sia di quelli relativi ai costi
(input) sostenuti dagli agricoltori (+0,9%), segnala ancora l’Istat.
In particolare, l’Istat rileva che risultati decisamente
negativi si sono registrati per la produzione di vino, diminuita del 12,0% dopo
l’exploit del 2018, quando era aumentata del 14,3%. Altri settori hanno subìto
cali rilevanti quali: frutta (-3,0% contro il +1,4% del 2018), cereali (-2,6%,
+3,5% nel 2018), piante industriali (-1,6% contro +7,0% del 2018) e produzione
zootecnica (-0,3%, -0,5% nel 2018).
Al contrario, il 2019 è stato un anno favorevole per la
produzione di olio, cresciuta del 32,0% dopo il crollo registrato nel 2018
(-36,9%). Dinamiche positive, come nel 2018, anche per le coltivazioni foraggere
(+3,5%), le patate (+2,0%) e gli ortaggi (+1,1%). Confermato il trend positivo
delle attività secondarie (+1,3%) e delle attività dei servizi (+0,4%).
Più contenuta, rispetto al 2018, la crescita sia dei prezzi
alla produzione (+0,7% contro +1,4% dell’anno precedente) sia di quelli
relativi ai costi (input) sostenuti dagli agricoltori (+0,9% contro +4,4%).
L’andamento congiunto dei prezzi dell’output e dell’input ha indotto nel 2019
un lieve peggioramento della ragione di scambio per il settore agricolo
(-0,2%). Nel complesso, il valore aggiunto lordo a prezzi base è diminuito del
2,7% in volume.
Fonte: Agricultura.it
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