I giovani italiani tornano alla terra. Lo dicono i dati
raccolti dalla Coldiretti: oggi in Italia ci sono oltre 56mila under 35 alla
guida di imprese agricole, un primato a livello comunitario, con un aumento del
12% negli ultimi cinque anni. Peccato che la burocrazia spenga il sogno di un
giovane su due. Fra i quasi 39mila che hanno presentato progetti
imprenditoriali, il 55% (oltre 20mila domande) è stato respinto per colpa degli
errori di programmazione delle amministrazioni regionali. E il rischio è quello
di perdere i fondi messi a disposizione dall'Unione Europea.
La Coldiretti ha fatto i conti all'1 gennaio 2020
sull'utilizzo delle risorse comunitarie relative ai Piani di sviluppo rurale
(Psr) del periodo 2014-2020 in occasione della consegna degli Oscar Green, il
premio all'innovazione per le imprese che creano sviluppo e lavoro con i
giovani veri protagonisti italiani del Green Deal. E il quadro che ne esce non
è confortante: non solo la metà delle domande non sono state ammesse, ma anche
tra quelle ammesse solo il 55% è stato effettivamente finanziato, con le
conseguenti difficoltà per chi ha già effettuato gli investimenti e rischia ora
di trovarsi “scoperto” dal punto di vista finanziario. Il risultato è la
perdita di un potenziale di mezzo miliardo all'anno di valore aggiunto che le
giovani imprese avrebbero potuto sviluppare.
L'andamento regionale sui progetti giovani presentati per i
bandi Psr è molto differenziato da nord a sud della Penisola. Se infatti in
Lombardia è stato bocciato solo il 13% delle domande, in Emilia Romagna si sale
al 16%, in Trentino al 22% e in Valle d'Aosta al 23%. Il record negativo spetta
alla Basilicata con il 78% delle domande respinte; seguono la Calabria con il
76% e la Puglia con il 75%, che tra l'altro non ha pagato neppure una di quelle
ammesse.
I dati della Coldiretti vengono confermati anche da
un’indagine della Sezione di controllo degli Affari comunitari e internazionali
della Corte dei Conti: in Italia esiste una situazione a macchia di leopardo in
termini di capacità di evadere le domande di sostegno ai giovani in
agricoltura, con tempi che possono superare i due anni e mezzo. La burocrazia
sottrae fino a 100 giorni all'anno al lavoro in azienda. Secondo la Coldiretti,
la complessità delle procedure amministrative è ritenuto un problema
nell'attività dell'azienda dall'84% degli imprenditori in Italia contro il 60%
della media Ue.
da: Il Sole24ore, 17/1/2020
Nessun commento:
Posta un commento