Parte da subito con diversi nodi da sciogliere l'anno di
politica agricola del 2020, sia sul fronte nazionale che estero. Sul tavolo del
confronto il rinnovo della negoziazione della Politica agricola comune (Pac)
per la programmazione 2021-2027 in un contesto nel quale si dovranno
affrontare, tra i primi scogli, "macigni" come dazi Usa, Brexit ed
etichettatura alimentare, per citare i principali dossier.
Nel frattempo è entrata in vigore la direttiva Ue che cambia
le regole sull'Imo, (International Maritime Organization), per ridurre
l'inquinamento marittimo con temuti costi aggiuntivi per l'export
ortofrutticolo. E troverà applicazione il decreto Clima, con la legge
"Salva mare", primo passo verso il "green new deal".
Entro gennaio la ministra delle Politiche agricole ha
annunciato l'insediamento presso il Mipaaf della Cabina di regia sul vino. Un
comparto che guarda con preoccupazione al 13 gennaio quando si concluderà la
consultazione avviata dal Dipartimento del Commercio Usa col temuto varo di una
nuova lista di prodotti soggetti a dazi dall'amministrazione statunitense. E'
attesa, invece, per il 31 gennaio, l'approvazione dell'accordo sulla Brexit,
con una successiva fase di transizione che aprirà le basi delle future
relazioni commerciali tra la Gran Bretagna e l'Ue. Altro fronte caldo per
l'agroalimentare è quello dell'etichettatura alimentare con due proposte:
quella francese con l'"etichetta a semaforo" con bollino rosso per i
cibi troppo grassi, zuccherati o salati o l'italiana "a batteria" che
valuta il singolo prodotto all'interno della dieta secondo le quantità
consumate. Sul fronte interno al lavoro per il Collegamento agricolo e
Agricoltura 4.0. Ancora aperte, come segnalano le organizzazioni agricole
Copagri e Cia agricoltori italiani, questioni come le misure per la lotta al
caporalato, semplificazione amministrativa, la stabilizzazione dei giovani in
agricoltura e la transizione ecologica, legata in gran parte al caro-gasolio e
alla rottamazione dei mezzi agricoli.
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