Filippo guarda l’Italia dall’alto con lo sguardo indagatore
di uno scienziato. Poi classifica i terreni coltivati: grano o mais, triticale
o granturco. Lo fa con un software tutto suo (si chiama Mcsat open source) che
gli è valso l’AgraDemy 2017, il premio per la miglior tesi di laurea in Italia
sul binomio informatica-agricoltura, promosso da Almaviva e assegnato
all’ultimo Vinitaly. Lui, Filippo Iodice, classe 1992, isolano di Ischia,
laurea triennale alla Federico II e magistrale alla Università Iuav di Venezia,
ha puntato tutto sull’agricoltura di precisione: la tecnologia soccorre le
colture dei cereali, aiutando a prevenire malattie e impoverimento del suolo.
Il monitoraggio avviene attraverso gli “open data” dei satelliti.
E classificare i terreni coltivati, grazie alla sua
intuizione, è quasi un gioco da ragazzi. “Interrogo i pixel da un punto di
vista ottico, in tempo reale. – racconta - Così il Ministero dell’agricoltura
risparmia tempo e fatica, ma soprattutto soldi: un milione e mezzo di euro all’anno”.
Si chiama agricoltura 4.0: scenari futuristici, quasi da
film di fantascienza, che oggi sono tuttavia già attuali. E’ bastato studiare i
dati, scaricabili gratuitamente, dei satelliti della missione ESA, sviluppata
nell’ambito del programma Copernicus per monitorare le aree verdi del pianeta e
fornire supporto nella gestione di disastri naturali.
“Incrociando due tecnologie, quella ottica e la Sar, che non
ha bisogno di luce solare, ho costruito dei modelli digitali che calcolano
l’altezza della pianta e assegnano un valore univoco ai pixel (acquisiti dalla
piattaforma Landsat 7-8 e Sentinel-1A,1B e 2). Stabilendo quale sia la coltura
in un determinato terreno. E dando un nuovo impulso alla digitalizzazione del
settore agroalimentare”.
Quali sono i vantaggi? “Anzitutto – spiega Iodice - il
Ministero non deve più interrogare i singoli responsabili diretti delle
coltivazioni. I dati ricavati sono elaborati e resi disponibili all’agricoltore
all’ interno di una piattaforma web e mobile che dà la possibilità di
consultare e interagire con il proprio terreno agricolo”.
Filippo Iodice ha vinto una borsa di studio di 10 mila euro:
il suo lavoro era confluito nella tesi di laurea magistrale in “Innovazione
tecnologica e design per sistemi urbani e territorio”, discussa lo scorso
dicembre a Venezia. 110 e lode, il campo di studio è il Veneto orientale
ma l’applicazione
delle metodologie di agricoltura di precisione sono estendibili su tutto il
territorio nazionale. Compresa la sua Campania, la terra alla quale resta
legato nonostante oggi viva e lavori in Germania (per una azienda con sede a
Darmstadt che fornisce servizi all’Agenzia Spaziale Europea): “Adoro Ischia, la
mia isola. Ci torno quando posso, mi mancano profumi e colori”. Guardarli
dall’alto, con un satellite, stavolta non basta.
Fonte: La Repubblica
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