Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
rende noto che nella giornata di oggi il Ministro Maurizio Martina ha inviato
al Commissario europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan un
documento con le priorità italiane di riforma della Politica Agricola Comune
post 2020.
Si tratta di una prima serie di proposte, risultato del
lavoro portato avanti dal Mipaaf in collaborazione con le Regioni e le
organizzazioni di categoria per valorizzare al meglio la distintività del
modello agricolo italiano e dare risposte concrete ad agricoltori e allevatori.
Parole chiave: maggiore semplificazione, investimenti per
l'innovazione, tutela del reddito e salvaguardia delle produzioni per garantire
il futuro delle filiere. Per realizzare questi obiettivi il documento italiano
propone di valorizzare meglio le Ocm come terzo pilastro della Pac, creare
nuovi strumenti di gestione del rischio nell'ambito dei pagamenti diretti,
tagliare la burocrazia dei programmi di sviluppo di rurale.
L'Italia chiede anche un focus specifico su argomenti
centrali come ricambio generazionale, sviluppo nelle aree interne e
investimenti in ricerca e innovazione.
A 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma, l'Italia
evidenzia la necessità di rilanciare l'azione europea, a partire proprio da una
più forte Politica Agricola Comune, alla luce anche delle nuove sfide globali:
produrre di più ma in modo sostenibile, tutelando i milioni di agricoltori
europei che garantiscono la produzione di cibo per 500 milioni di cittadini.
"Nella riforma della Pac l'Italia può giocare un ruolo
importante - afferma il Ministro Martina - sostenendo con forza le ragioni di
una spesa agricola attenta a tutelare il reddito di chi opera nel settore,
sostenere la qualità dei prodotti, gestire in modo
sostenibile e razionale le risorse naturali e valorizzare le
aree rurali. Dobbiamo
partire dalla garanzia nel bilancio Ue di risorse adeguate
alle necessità
dell'agricoltura europea. Così come è impostata oggi, la Pac
non riesce sempre a dare risposte soddisfacenti dal punto di vista della
salvaguardia del reddito degli imprenditori agricoli e neanche dei
contribuenti. Con questa riforma abbiamo quindi l'occasione per rafforzare gli
strumenti disponibili prevedendo, ad esempio, l'estensione del modello delle
Organizzazioni comuni di mercato ad altri settori come latte, carne o cereali,
migliorarne la competitività, incrementare la capacità di adattamento alle turbative dei mercati. Dobbiamo dare più
attenzione ai giovani e lavorare per la massima trasparenza verso i consumatori
attraverso l'indicazione dell'origine della materia prima degli alimenti. Scelte
coraggiose che siamo chiamati a compiere già oggi."
Fonte: Mipaaf
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