Vanno bloccate con norme nazionali le aste capestro on line
al doppio ribasso che strangolano gli agricoltori con prezzi al di sotto dei
costi di produzione. La denuncia viene dalla Coldiretti in merito alle pratiche
commerciali sleali che danneggiano gli agricoltori nonostante il codice etico
firmato l’anno scorso fra il Mipaaf e le principali catene della grande distribuzione
che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno ma che purtroppo non ci è riuscito.
Occorre intervenire al più presto – spiega Ettore Prandini Vice Presidente
nazionale di Coldiretti - con un quadro di regole condivise a livello italiano
che blocchino questo meccanismo e favoriscano invece lo sforzo di una
ridistribuzione di valore lungo la filiera.
L'asta elettronica al doppio ribasso prevede che i fornitori
di un prodotto facciano una prima offerta di prezzo di vendita e che poi quel
valore diventi la base per una seconda asta on line dove i partecipanti devono
scendere ancora per aggiudicarsi la commessa. In questo modo – rileva la
Coldiretti – non si tiene conto in alcun modo della qualità e delle differenze
produttive con prezzo finale arriva al di sotto dei costi di produzione
mandando in perdita a cascata agricoltori e trasformatori.
Si aggravano così i pesanti squilibri di filiera della
distribuzione del valore visto che per ogni euro di spesa in prodotti
agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al
produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di
quelli trasformati dal pane ai salumi fino ai formaggi, secondo Ismea. Le aste
on line al doppio ribasso – sottolinea Prandini – danneggiano tutte le filiere
produttive compresa quella lattiero casearia che ha subito una frenata nel
primo trimestre del 2018 sia per il latte che per burro e formaggi.
I meccanismi perversi delle doppie aste on line al ribasso –
afferma Prandini – schiacciano le aziende agricole, devastano i bilanci,
deprimono produzioni e lavoro, creano una giungla che dal campo alla tavola
favorisce solo i guadagni della grande distribuzione, causando un calo della
qualità che danneggia sia i consumatori per quello che portano in tavola sia i
redditi dei produttori.
Con il coinvolgimento del Ministero delle Politiche Agricole
e del Ministero dello Sviluppo economico – conclude Prandini – bisogna fermare
queste speculazioni legalizzate che colpiscono produttori, trasformatori e consumatori.
Nessun commento:
Posta un commento