Ci si domanda spesso se il giorno in cui le macchine arriveranno a sostituire
l’uomo in tutto e per tutto sia solo questione di tempo. Ci sono però persone
disposte a ricordare il contrario e a dimostrare che la tecnologia non esclude
necessariamente quanto più di umano e bio-logico ci sia.
Una di queste è Gabriele De Carolis, turese, classe ’95, figlio del titolare
dell’Azienda Biologica “De Carolis”, il quale ha deciso di iscriversi per poi
laurearsi in “Scienze e Tecniche Agrarie”, proprio sotto l’egida della
tradizione paterna che ha lasciato in lui un messaggio: “Le precedenti
generazioni ci trasmettono il valore della conoscenza di ogni pianta o albero
presente in un campo e di non considerare questo solo come un sistema”. Questa
conoscenza oculata di ogni singola pianta, necessaria all’agricoltore d’un
tempo, è quanto più di prezioso c’è da conservare perché si traduce nella
“coltura di precisione”, le cui tecniche sono in forte sviluppo. Su questa
traduzione Gabriele ha deciso di lavorare all’interno della sua tesi di laurea,
incuriosito dalle potenzialità dei droni o per meglio dire S.A.P.R. come ad
esempio i rilievi aerei di prossimità: attraverso fotocamere al visibile e
multispettrali si ottengono immagini sulla radiazione riflessa dalla
vegetazione per apprezzarne il vigore vegetativo, difformità di crescita e l’attività
fotosintetica in maniera accurata e dettagliata. Oculatezza ed efficienza anche
nella gestione delle risorse, grazie agli SAPR, durante la distribuzione dei
prodotti o la conduzione della lotta biologica all’interno del campo.
Come detto all’inizio, la tecnologia non esclude né l’uomo né il sogno bio che
esso cerca di difendere.
Dopo aver citato alcune applicazioni, come aiutare la vite a combattere il “mal
dell’esca” , Gabriele conclude che i droni possono trovare terreno fertile
anche nella lotta biologica alla Drosophila Suzuki, tristemente nota da queste
parti. Il tempo cambia le forme, ma i contenuti possono sopravvivere su altre
gambe.
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