Il tempo è scaduto. Cia Agricoltori Italiani Puglia,
Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative chiamano gli agricoltori pugliesi
alla mobilitazione. Stamattina siamo in Consiglio Regionale a Bari – si legge
in una nota delle organizzazioni agricole della Puglia -. Finora abbiamo
incontrato i consiglieri regionali Marmo, Damascelli e Amati, oltre al
presidente dell’assemblea Loizzo. A loro stiamo dicendo che l’agricoltura
pugliese non può più aspettare. Il comparto è in ginocchio dopo un anno
drammatico. Siamo costretti a prendere atto dell’incapacità del governo
regionale ad affrontare gli eventi straordinari che hanno colpito il nostro
territorio. Diamo voce e forza alla richiesta unanime dei nostri agricoltori e,
al contempo, rivolgiamo un ultimo disperato appello a tutte le forze politiche
regionali e nazionali affinché siano attuati immediatamente interventi straordinari
per affrontare almeno le principali emergenze. Abbiamo indossato la pettorina
arancione, vale a dire dello stesso colore che individua il livello
dell’emergenza meteo più vicino al massimo stato di allerta.
CALAMITA’ ATMOSFERICHE E XYELLA La gelata di marzo 2018 ha
danneggiato oltre 90mila ettari, coinvolgendo gran parte del territorio
pugliese. E’ stato colpito il cuore dell’olivicoltura pugliese. Per quelle
superfici olivicole, nel 2018, non si è ottenuta alcuna produzione. Si tratta
di una situazione disastrosa. Un vero e proprio “terremoto” per il quale,
incredibilmente, non è stata data alcuna risposta. Il governo regionale non è
riuscito neanche a fare approvare la declaratoria ministeriale di
riconoscimento della calamità, con un palleggio di responsabilità paradossale
fra Regione, Ministero e Governo. Ancora più inefficaci le risposte
all’emergenza xylella, per l’assenza di risorse adeguate e di una autorità
unica di gestione e coordinamento in grado di attuare un piano complessivo di
rinascita dei territori colpiti
PSR PUGLIA Il PSR, allo stato, è un addensato di
inefficiente e di decisioni mai prese. Sono passati due anni e mezzo
dall’emanazione del primo bando sulle misure strutturali e non un solo
agricoltore ha ricevuto risposta alle domande presentate a sostegno degli investimenti
in azienda. Questa è l’unica verità incontrovertibile. I bandi emanati si sono
rivelati clamorosamente sbagliati nella loro articolazione. Non basta dire che
il percorso di emanazione dei bandi è stato condiviso. Quando già da tempo
abbiamo fatto rilevare, e si è preso atto, che alcuni criteri di selezione
erano fuorvianti, bisognava decidere, non prendere solo tempo, rinviando di
fatto ogni decisione ai giudici del Tar. Si poteva e si doveva intervenire con
azioni e atti straordinari, decidere, come richiedeva una situazione di estrema
gravità. Siamo oggi alla beffa finale, quando il Tar, il 4 dicembre, doveva
sentenziare, quando si pensava di essere giunti alla fine di un percorso
sfibrante, è la Regione che chiede al TAR un ennesimo rinvio, perché non era
ancora pronta, perché non è bastato tutto il tempo passato per esaminare le
pratiche presentate. Ora il tempo è davvero scaduto.
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