Seppure la revisione dell’Imu non era tra le misure
annunciate dal Governo, tra i vari emendamenti alla legge di bilancio ve ne è
uno che rischia di triplicare il peso dell’imposizione locale alle imprese
agricole.
Accanto all’abolizione del Tributo per i Servizi
Indivisibili, la TASI, spunta l’assoggettamento ad IMU dei fabbricati rurali.
La prima, la TASI, ha un’aliquota base dell’1 per mille ed i comuni possono
intervenire solo diminuirla fino ad azzerarla. Sommata all’IMU non può superare
il 10,6 per mille, fatti salvi casi particolari, nell’eventualità dei quali può
essere maggiorata dello 0,8 per mille. In base all’emendamento presentato alla
legge di Bilancio, i fabbricati rurali, quelli destinati al ricovero degli
attrezzi, stalle, agriturismo, ecc., verrebbero esclusi dalla TASI ed
assoggettati ad IMU.
La norma istitutiva dell’IMU in verità ne dispone già
l’imposizione ma con la legge di Bilancio per il 2014, il Governo allora in
carica li ha espressamente esclusi. L’emendamento in commento revoca l’esclusione
appena citata e dispone per i fabbricati rurali un’aliquota del 2 per mille.
Togli uno (TASI) metti due (IMU), uguale raddoppio delle imposte locali! Come
se non bastasse poi, i comuni potranno diminuire l’aliquota fino ad azzerarla
ma anche aumentarla di un altro punto. È evidente quindi, che seppure esclusi
dalla TASI, il peso dei tributi locali sui fabbricati rurali certamente
raddoppierebbe (dall’1 per mille della TASI, al 2 per mille dell’IMU) o
addirittura triplicherebbe, dato che i comuni potrebbero aumentarla di un altro
punto. A tutto ciò si aggiunge il “peso” delle rendite catastali, che per i
fabbricati rurali assume molto spesso valori particolarmente elevati.
Siamo certi che se venisse approvato l’emendamento alla
legge di Bilancio nell’attuale versione, gli appetiti dei comuni non rimarranno
indifferenti ed il rischio di un’imposizione IMU/TASI triplicata diventerebbe
una triste realtà. La Confederazione si sta ovviamente impegnando affinché il
peso delle imposte locali sulle imprese agricole rimanga tutt’al più invariato.
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