«Manca solo l’ok formale del Parlamento Europeo e del
Consiglio per il via libera definitivo alla direttiva sulle pratiche
commerciali sleali, che dopo l’accordo raggiunto oggi pomeriggio in occasione
del sesto trilogo prevede un significativo aumento del numero di pratiche
riconosciute, le quali passano da 8 a 16». Così il coordinamento di Agrinsieme,
che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza
delle Cooperative Agroalimentari, esprimendo soddisfazione per l’importante
accordo, raggiunto dopo anni di trattative, grazie al quale verranno tutelati
tutti gli agricoltori dell’Unione Europea.
«Nel dettaglio, le pratiche aggiunte sono: il pagamento per
servizi non resi; l’obbligatorietà di un contratto scritto se richiesto dal
fornitore; l’abuso di informazioni confidenziali da parte dell’acquirente; le
ritorsioni commerciali; il pagamento per la gestione del prodotto alla
consegna; il pagamento per la gestione dei reclami dei clienti; l’estensione
del pagamento a 30 giorni per i prodotti deperibile e a 60 per quelli non
deperibili; il divieto di trasmettere al fornitore i costi di advertising», precisa
Agrinsieme, esprimendo rammarico la mancata aggiunta nell’elenco della vendita
sottocosto anche tramite il ricorso ad aste a doppio ribasso, pratica che da
tempo Agrinsieme aveva segnalato come fortemente distorsiva.
«Oltre alla rafforzata protezione per gli agricoltori, viene
fissato a 350 milioni di euro la soglia di fatturato globale delle imprese
fornitrici per poter rientrare nel campo di applicazione della direttiva”,
sottolinea il coordinamento, per il quale “si tratta di un sicuro passo in
avanti rispetto all’approccio iniziale, che tuttavia si pone in contraddizione
rispetto all’obiettivo comunitario di aumentare la concentrazione dell’offerta
dei produttori: resta un forte sbilanciamento tra potere della distribuzione
organizzata e produzione agricola che avrebbe potuto giustificare un limite di
fatturato ben superiore per le imprese agricole. Auspichiamo che tale soglia venga
aumentata a livello nazionale».
«Gli agricoltori e le cooperative italiane ed europee
chiedevano da anni una regolamentazione delle pratiche commerciali da
considerare come sleali, utile a riequilibrare la filiera a favore della parte
agricola, rafforzando al contempo la competitività del settore», prosegue
Agrinsieme, che si è sempre espresso a favore di una normativa europea che
potesse stabilire regole e procedure in grado di garantire una catena di
approvvigionamento alimentare più equa, trasparente e sostenibile in tutta
l’Europa. «Attendiamo ora l’approvazione definitiva per conoscere il dettaglio
delle misure contenute nella direttiva, alla luce dell’accordo finale raggiunto
oggi», conclude Agrinsieme.
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