In questi giorni si è consumata una tragedia dai toni
apocalittici che, purtroppo, sconfigge la nostra olivicoltura ed in particolare
quella del barese e del sud foggiano.
Il 26-27 Febbraio 2018 una gelata di portata epocale ha
colpito un vastissimo territorio di circa 90.000 ettari. Lo immaginavamo, ma il
risultato è stato devastante. Nessuna produzione olivicola in questo
territorio, 1.600 frantoi praticamente fermi, 1.000.000 di giornate di lavoro
perse.
Numeri da capogiro quelli di un’olivicoltura ferma, numeri
che fanno venire i brividi, numeri nemmeno paragonabili in quanto di gran lunga
superiori, all’occupazione di strutture come la Fiat o ultimamente l’Ilva, per
le quali si sono mossi e si muovono tutti.
Ho 53 anni e da 30 anni lavoro in Confagricoltura Bari, da
qualche anno con il ruolo di vice direttore. Non ricordo mai una situazione di
questo genere. I miei occhi non avevano mai visto un disastro di questa
portata.
Pensavo che non eravamo stati fermi di fronte a tale
disastro, pensavo che ci eravamo mossi per sollecitare le istituzioni
sull’argomento. Segnalazioni, colloqui, incontri, una manifestazione molto
partecipata a Giugno a Montegrosso, un incontro ad Agosto con il Ministro.
L’approvazione della declaratoria ministeriale di calamità
era il risultato minimo che ci aspettavamo, sarebbe stata una beffa solo la
declaratoria senza delle risorse specifiche che ristorassero il territorio (non
solo gli agricoltori) di quanto accaduto.
In questo periodo ho ascoltato agricoltori, in grande ma
dignitosa difficoltà, con lo sguardo attonito, ho visto gli operai stravolti
dalla mancanza di lavoro.
Poi è iniziata una commedia dai toni grotteschi. Un
incredibile rimbalzare di notizie sulle difficoltà perfino nell’emissione della
declaratoria, con un palleggiare di responsabilità e di appigli normativi con
un burocratese pazzesco. Sono state tirate fuori difficoltà sull’adozione di
una “deroga al piano assicurativo”, che negli anni passati e per calamità di
molto minore impatto sono state superate senza particolari problemi (posso
dimostrarlo a tutti in qualsiasi momento).
Il risultato? NON ABBIAMO OTTENUTO NEMMENO LA DECLARATORIA
DI RICONOSCIMENTO DELLA CALAMITA’, BEFFATI ANCHE NELLA FINANZIARIA IN CORSO DI
APPROVAZIONE.
Non voglio prendermela con nessuno. Oggi, a pochissime ore
dal Natale che dovrebbe essere momento di rinascita, MI VERGOGNO DI NON ESSERE
STATO ALL’ALTEZZA DI ESEGUIRE CON IL MINIMO SUCCESSO IL MIO LAVORO E CHIEDO
SCUSA A TUTTI GLI AGRICOLTORI. Vi lascio con i miei più intensi auguri di Buon
Natale con un’ultima frase: PROVIAMO A REAGIRE ANCORA, NON MERITATE DI ESSERE
TRATTATI COSI’.
Autore: Gianni Porcelli
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