Il pagamento “verde” o greening è la seconda componente del
sostegno della Pac, con una percentuale del 30% delle risorse finanziarie. Gli
agricoltori sono tenuti ad applicare sui loro ettari ammissibili tre pratiche
agricole benefiche per il clima e l’ambiente:
Diversificazione delle colture
Mantenimento dei prati permanenti
Presenza di un’ area di interesse ecologico
Le tre pratiche agricole vanno rispettate congiuntamente, i
terreni a seminativo devono rispettare la diversificazione e la presenza di un’
area di interesse ecologico.
Diversificazione
L’impegno del Greening che influisce maggiormente sulle
scelte colturali è la diversificazione delle colture. Questo impegno prevede la
presenza di:
– Almeno due
culture nelle aziende la cui superficie a seminativo è compresa tra 10 e 30 ha,
nessuna delle quali copra più del 75€ della superficie a seminativo;
– Almeno tre
colture nelle aziende la cui superficie
a seminativo è superiore a 30ha, con la coltura principale che copre al massimo
il 75%della superficie a seminativo e le due colture principali sommate assieme
al ,massimo il 95%
Quindi fino a 10 ettari a seminativo, l’ agricoltore non ha
obblighi di diversificazione. Si precisa che anche che l’erba medica coltivata
in purezza o miscelata esclusivamente con altre leguminose è considerata
coltura facente parte del sistema di rotazione aziendale e quindi deve
rispettare la diversificazione. Gli impegni della diversificazione non si
applicano, oltre che nelle aziende con superfici a seminativo inferiore a 10
ettari, anche alle aziende rientranti nei seguenti casi:
– I cui
seminativi sono utilizzati per più del 75% per la produzione di erba o altre
piante erbacee da foraggio, investiti (
noviità Omnibus) a colture leguminose (es. erba medica, soia …), costituiti da
terreni lasciati a riposo o sottoposti a combinazioni di tali tipi di impieghi ( con Omnibus
abolito il limite dei 30 ettari rimanenti);
– La cui
superficie agricola ammissibile è costituita per più del 75% da prato
permanente, utilizzata per la produzione di
erba e di altre piante erbacee da foraggio o investita in colture
sommerse (es. riso), per una parte significativa dell’ anno o per una parte
significativa del ciclo colturale o sottoposta ad una combinazione di tali tipi
di impieghi ( con Omnibus abolito il limite dei 30 ettari rimanenti);
– Per le
aziende con più del 75% della superficie
a seminativo occupata dal riso, la possibilità di lasciare invariata tale
superficie, purchè sui seminativi restanti la coltura principale non occupi più
del 75% di tali seminativi;
– Se oltre il
50% della superficie dichiarata a seminativo non è stata inserita dall’
agricoltore nella propria domanda di aiuto dell’ anno precedente e quando i seminativi risultano coltivati nella loro totalità con
una coltura diversa da quella dell’ anno precedente.
Area di interesse ecologico
L’altro impegno del greening
che confluisce maggiormente sulle scelte colturali è l’ obbligo di
destinare una quota del 5% dei seminativi dell’ azienda ad aree di interesse
ecologico o ecological focus area (efa).
Tale impegno è obbligatorio per le aziende con una
superficie a seminativo superiore a 15 ettari. L’ agricoltore può scegliere tra
diverse tipologie di di area di interesse ecologico, tra cui ricordiamo, i
terreni lasciati a riposo e le superfici
con colture azotofissatrici( es. erba medica, pisello, soia, fagiolo e fagiolino,
ecc..) soggetti a fattore di conversione 1 (ossia 1 ettaro = 1 ettaro di
EFA)Sono esclusi dal rispettare l’ ettaro di EFA le aziende:
– Con
superficie a seminativo inferiore o uguale a 15 ettari
Fonte: Confagricoltura Bari
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