Gli alberi sono fondamentali per ridurre le emissioni di CO2
e lo smog nelle grandi città. Uno studio del Cnr di Bologna, ha indicato le
specie più adatte.
Dalle metropoli cinesi alle città europee, la maggior parte
dei grandi centri urbani lotta da decenni col problema dell’inquinamento. C’è
chi, come nel caso di Parigi, ha proposto un piano draconiano di riforma della
mobilità, proponendo di bloccare in futuro l’accesso a tutte le auto più
inquinanti. Ma per risolvere il problema c’è un altro elemento che risulta
determinante: la quantità di superficie dedicata agli spazi verdi urbani.
Puntare sul ruolo degli alberi in città è determinante non soltanto per
migliorare la qualità dell’aria a livello locale, ma anche per lottare contro i
cambiamenti climatici, cercando di centrare gli obiettivi fissati dall’Accordo
di Parigi.
Il verde, infatti, è fonte di benessere per tutti gli essere
viventi, uomo compreso. Negli agglomerati urbani può svolgere svariate
funzioni, dalla riduzione dell’effetto “isola di calore” con la conseguente
riduzione della temperatura, alla riduzione degli agenti inquinanti, alla ben
nota capacità di assorbimento della CO2 presente nell’atmosfera. Ma ci sono
delle specie arboree più indicate, in particolare per quanto concerne i climi
del Nord Italia, con caratteristiche fisiche e fisiologiche più marcate. Da
preferire quindi nel caso di nuove piantumazioni. Eccone una selezione.
Gli alberi capaci capaci di assorbire lo smog
A redigere una sorta di lista è stato l’Istituto di
Biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Bologna, guidato dalla dottoressa Rita
Baraldi. “Questo studio nasce da un progetto europeo Life+ in collaborazione
con il comune di Bologna. L’obiettivo è stato di capire quali fossero le
migliori piante da utilizzare in una città come Bologna”, spiega la dottoressa
Baraldi. Per ogni specie è stata calcolata, in un ciclo di vita lungo 30 anni,
la capacità di assorbimento della CO2 e la conseguente trasformazione in
biomassa; la capacità di fissare elementi come benzene, ossidi di azoto,
diossina e molte altre sostanze attraverso la cuticola e i peli fogliari. Zone
che permettono agli alberi di svolgere un’azione disintossicante, perché capaci
di metabolizzare gli inquinanti che compongono lo smog cittadino.
noltre, per ogni pianta è stata calcolata la capacità di
formare composti volatili organici (i cosiddetti Voc, ovvero sostanze odorose
percepite sia dall’uomo che dagli animali), in grado in questo caso di
aumentare le concentrazioni di ozono atmosferico. Per queste specie si dovrebbe
quindi limitarne la presenza, almeno per quanto riguarda aree densamente
abitate.
“Abbiamo classificato le piante in base all’accumulo di CO2,
ovvero più di 2 tonnellate in 30 anni, e all’interno di queste categorie
abbiamo realizzato altre classificazioni per quanto riguarda la mitigazione
degli inquinanti e del particolato”, continua la professoressa Baraldi. Ne è
scaturita una lista indicativa, da prendere come spunto sia per le
amministrazioni pubbliche, che per i cittadini.
Il Bagolaro (Celtis australis), l’albero che pulisce l’aria
Pianta dal rapido accrescimento rapido, che può arrivare
fino ai 20-25 metri di altezza. Presenta una capacità particolarmente
sviluppata di immagazzinare il biossido di carbonio (3.660 kg in 20 anni) e di
catturare e assorbire altri inquinanti.
L’olmo comune (Ulmus minor), per assorbire la CO2
Altro grande albero, dal portamento colonnare, può arrivare
ai 30 metri di altezza. Anch’esso ha la capacità di trasformare in biomassa
migliaia di chilogrammi di CO2, con una potenzialità di assorbimento degli
inquinanti medio alta.
L’imponente frassino comune (Fraxinus excelsior)
Grande albero deciduo, che può superare i 30 metri di
altezza. A rapido accrescimento in particolare nei primi anni, è capace di
immagazzinare più di 3 tonnellate di CO2 in 30 anni. Anche questa è un’ottima
piante per ridurre gli inquinanti.
Il tiglio selvatico (Tilia cordata), tipico dei centri
urbani
Varietà di grandi dimensioni, è uno degli antenati del
tiglio comune. Di grandi dimensioni, sono tipici delle città e dei giardini.
Anche questa varietà è un’ottima cattura CO2 e ha un’elevata capacità di
ridurre lo smog.
L’acero riccio (Acer platanoides) assorbe quasi 5 tonnellate
di Co2 in 30 anni
Albero a rapida crescita, ampio, che raggiunge i 25 metri di
altezza. Ha un’elevata capacità di immagazzinare CO2 (4.807 kg in 30 anni).
Il maestoso cerro (Quercus cerri)
Grande albero della famiglia delle Fagacae, può arrivare
anche ai 35 metri di altezza. Alti valori di assorbimento dell’anidride
carbonica (4000 tonnellate), sia se piantumato in città che in un parco.
Il ginkgo (Ginkgo biloba), il “dinosauro” degli alberi
Unico esemplare sopravvissuto di un antico gruppo di piante
ormai estinte. Si tratta di un dinosauro vivente. Dal ritmo di accrescimento
lento, ha un’ottima capacità di ripulire l’aria e di assorbire la CO2.
Il tiglio nostrano (Tilia platyphyllos), alleato fedele
delle città
Pianta a rapida crescita, molto utilizzata nei viali delle
città e nei parchi. Anche questa specie ha alte capacità di riduzione dello
smog cittadino.
Fonte : Life Gate
Autore: Rudi Bressa
Link:
https://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/citta-alberi-smog-inquinamento
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