Cresce il lavoro agricolo e punta a una sempre maggiore
qualificazione e innovazione. Nei primi tre mesi dell’anno c’è stato un vero e
proprio boom per gli under 35 con un balzo del 12% (+15% i lavoratori
dipendenti) che stacca il +1% dell’occupazione nel suo complesso. L’agricoltura
è il settore con il maggior numero di ore lavorate con una crescita record del
5,8%,il triplo della media dell’intera economia. E in prospettiva l’esercito
degli occupati agricoli è destinato a rafforzarsi: con l’avvio dei bandi dei
Piani di sviluppo rurale la stima è di 20mila giovani fino al 2020.
È l’agricoltura dunque la nuova frontiera. Lo ha ribadito la
Coldiretti, in occasione della firma dell’accordo con Google e con il ministero
del Lavoro per il progetto di digitalizzazione che fa leva sugli strumenti del
Fondo garanzia giovani. Si parte con oltre 100 «agriweb advisor» che dovranno
supportare i piani di informatizzazione delle imprese.
Oggi, secondo il dossier della Coldiretti, solo il 60% delle aziende agricole
utilizza internet, c’è dunque «un digital divide» tra città e campagna. Ma i
giovani guardano alle nuove tecnologie come a uno strumento indispensabile per
sfruttare le enormi prospettive che l’agricoltura e le attività connesse aprono.
Ci sono alcuni esempi – ha spiegato il presidente della Coldiretti, Roberto
Moncalvo – dal commercio elettronico alla farm adoption, dalla coltivazione on
line alla carta d’identità degli alimenti fino al virtual tour in campagna e al
crowdfunding per il finanziamento di idee innovative. I tempi sono maturi per
un salto di qualità.
Le aziende guidate dagli under 35, secondo un’indagine Coldiretti, sono quelle
che hanno una superficie superiore del 54% alla media con un fatturato più
elevato del 75% e il 50% di occupati in più.
Ma ci sono anche molti ostacoli. Per esempio i costi: gli oneri contributivi e
assicurativi pesano il doppio sulle aziende italiane rispetto a quelle francesi
e spagnole. In quei paesi inoltre - ha sottolineato Coldiretti - sono previsti
trattamenti agevolati per il lavoro stagionale, mentre in Italia, dove operano
oltre 300mila stagionali che spesso prestano la loro opera per meno di 50
giornate(il tetto minimo che dà la possibilità di accedere agli ammortizzatori
sociali), non ci sono sconti. «E le imprese non riescono così a competere a
armi pari con i competitor europei».
Un altro handicap è la burocrazia che impegna 100 giornate di lavoro all’anno.
Da qui l’appello lanciato al ministro del Lavoro Giuliano Poletti a mettere a
punto un piano di semplificazione.
Poletti ha affermato che le nuove tecnologie corrono a una velocità
incomparabile a quella delle leggi. Ha ricordato i molti traguardi raggiunti,
dalla riforma del mercato del lavoro, arrivata però con 15 anni di ritardo
rispetto agli altri paesi alla banda larga, anche questa in forte ritardo
tenendo conto che internet ha 30 anni. Anche per quanto riguarda la burocrazia,
per il ministro, il problema non è mettere in cantiere nuove leggi «2 volte su
3 la legge non è la soluzione al problema, anzi ce ne sono troppe». Garanzia
giovani, ha sottolineato, è uno strumento che mostra il volto positivo della
burocrazia (oltre 1milione di giovani registrati) e un monitoraggio frequente.
Per Poletti poi è fondamentale non tanto concedere gli incentivi quanto
eliminare gli ostacoli che bloccano le aziende «dobbiamo smontare i muri».
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