"Sanremo offre un palcoscenico unico e privilegiato ai
fiori d'Italia e più in generale al florovivaismo italiano. Un settore che vale
complessivamente oltre 2,5 miliardi di euro e con 100mila addetti in 27mila
aziende. Un settore che vogliamo sostenere puntando su 3 pilastri fondamentali:
salvaguardia del reddito, tutela sui mercati internazionali e ricerca. Sul
primo fronte è l'impegno costante che stiamo portando avanti per gli
agricoltori. Per tutelare il reddito interveniamo sulla leva fiscale e una
prima risposta è arrivata con l'azzeramento della Irpef agricola con la legge
di Bilancio 2017, ma credo vada approfondita un'analisi sugli incentivi al
verde urbano. Si tratta di un settore cruciale anche per rendere sempre più
sostenibili le nostre città e contribuire così alla protezione della salute dei
cittadini, a partire dai più piccoli. L'idea di un bonus verde come quello per
l'edilizia deve essere presa in considerazione come investimento strategico.
Continueremo poi il nostro impegno in Europa per tutelare il florovivaismo made
in Italy dalle importazioni a basso prezzo da Paesi extraeuropei che penalizzano
le produzioni nazionali. Sul fronte della ricerca, potrà essere ulteriormente
sviluppato l'impegno del Crea per dare risposte utili alle nuove esigenze del
settore".
IL FLOROVIVAISMO IN NUMERI
Il florovivaismo in Italia vale oltre 2,5 miliardi di euro,
di cui circa 1,15 per la sola produzione di fiori e piante da vaso. Sono ben
27mila le aziende impegnate nel settore, per un totale di 100mila addetti e
quasi 29mila ettari di superficie agricola complessivamente occupata. Per
quanto riguarda le giovani piante ornamentali, in Italia sono interessate ben
2mila aziende per una superficie complessiva di oltre 1500 ettari.
NON SOLO SANREMO
Non solo la Liguria. Tra le regioni più vocate per i fiori
recisi e le fronde ci sono la Toscana, il Lazio, la Campania, la Puglia e la
Sicilia. Per le piante in vaso e da vivaio, invece, la produzione è distribuita
su molte regioni. Tuttavia vanno menzionate la Liguria per le piante aromatiche
e alcune piante fiorite tipiche da esterno; il Piemonte per le piante acidofile;
la Lombardia, oltre che per le acidofile anche per le latifoglie e le conifere;
la Toscana per la vasta gamma di alberi e arbusti tra cui le conifere, gli
alberi a foglia caduca e sempreverdi, gli alberi da frutta ornamentali; il
Lazio per le piante mediterranee; la Sicilia per le piante mediterranee tra cui
spiccano gli agrumi ornamentali, le piante grasse e le palme.
EXPORT: ¼ DELLA PRODUZIONE
L'export rappresenta un quarto del valore complessivo annuo
della produzione florovivaistica in Italia. Tra i principali mercati di
destinazione delle piante in vaso si annoverano la Germania, la Francia, i
Paesi Bassi, la Gran Bretagna e il Belgio, mentre come mete di alberi e
arbusti, oltre ai Paesi già citati, vanno aggiunti la Spagna, la Turchia e la
Svizzera. Tra i Paesi che importano fogliame nostrano spiccano invece Paesi
Bassi, Germania e Francia, mentre per i fiori recisi il primo sbocco di mercato
è quello dei Paesi Bassi.
RICERCA E SALVAGUARDIA DELL'AMBIENTE
Il principale ente di ricerca italiano dedicato
all'agroalimentare è il CREA, che vanta un ampio settore di studio dedicato al
comparto ornamentale e florovivaistico soprattutto con i Centri di ricerca di
Sanremo e di Pescia. L'introduzione di novità e il miglioramento della qualità
e longevità di fiori recisi e piante in vaso rappresentano importanti strategie
per competere sui mercati internazionali delle produzioni ornamentali. Un altro
fondamentale settore di ricerca investe le piante aromatiche con effetti
curativi, di resistenza alle malattie e conservanti. Grande attenzione è poi
attribuita alla salvaguardia dell'ambiente e alla razionalizzazione dell'uso
delle risorse per migliorare l'utilizzo di acqua, fertilizzanti e fitofarmaci.
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