Potatura delle pomacee: come e cosa tagliare? Gennaio e
febbraio sono i mesi più importanti della potatura e nei giorni scorsi,
organizzato dal Consorzio Agrario Adriatico, si è svolta in alcune aziende di
Cesena una giornata per fornire consigli in merito. A parlare, il
tecnico-consulente Gianluca Fabbri.
"La resa produttiva - ha esordito Fabbri - dipende per
un 80% da come si interviene con le forbici. La potatura è un ragionamento. Se
non si ragiona, non si può fare un buon lavoro. Anche all'interno della stessa
varietà, è possibile dover intervenire diversamente nelle varie aziende per via
dei portinnesti o dei terreni. Occorre avere la conoscenza della fisiologia
delle piante".
Alcuni consigli pratici per il pero. Fino all'allegagione,
vengono sfruttate le sostanza di riserva. Ma se vengono lasciate troppe gemme,
le riserve non bastano e allora si verifica il fenomeno della cascola. Se la
pianta vegeta molto, allora si deve tagliare poco, e viceversa. Il potatore
esperto sa che in certi casi si devono addirittura contare le gemme e lasciarne
il doppio per ottenere il numero desiderato di frutti.
Molto dipende dai portinnesti. Il Cotogno MC, ad esempio, è
il meno vigoroso di tutti, ma in certi terreni si comporta come uno di media
vigoria. Il potatore quindi deve ragionare su varietà, portinnesto,
comportamento su quel terreno e obiettivo finale.
Sul melo, la qualità si ottiene con poca vegetazione.
Occorre abbinare potatura a pratica agronomica adeguata. Ad esempio, per
ridurre la vigoria, si può effettuare un leggero taglio radicale, una potatura
non pesante, la snervatura dei rami, cioè l'incisione oppure piegarli verso il
basso in modo da rallentare i flussi clorofilliani e favorire la
differenziazione, una ulteriore potatura nel mese di giugno.
Autore: Cristiano Riciputi
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