Anche se un nuovo anno è iniziato, all’orizzonte della
politica agricola italiana non si vede uno spiraglio di miglioramento. Per
capire cosa c’è che non va, prendiamo come esempio la burocrazia, con la sua
montagna di norme difficili da leggere, da capire e da interpretare che
tormentano i sonni dei nostri imprenditori agricoli.
“Agricoltura 2.0”: un pacchetto di norme mai applicate
Il governo aveva sbandierato il varo di “Agricoltura 2.0”,
un pacchetto di misure descritte minuziosamente nella homepage del sito web del
Ministero dell’agricoltura, che avrebbero dovuto risolvere almeno in parte la
lentezza della elefantiaca macchina burocratica. Ma come ha sottolineato di
recente l’agronomo Angelo Frascarelli dalle colonne di Terra e Vita, di
“Agricoltura 2.0” si è solo parlato per mesi e mesi, perché per ora nessun
agricoltore, agronomo o Caa ha potuto toccare con mano alcun miglioramento. I
buoni propositi della tanto sbandierata semplificazione sono rimasti tali e
addirittura quello che prima funzionava almeno un po’, ora è peggiorato:
pensiamo alla domanda Pac, ai pagamenti, alla domanda per il gasolio agevolato,
ai Psr.
Il “Collegato agricolo” potrebbe diventare carta straccia
Altro versante scandaloso è quello del “Collegato agricolo“,
che contiene alcuni interventi importanti tra i quali il riordino di Agea, gli
strumenti di gestione del rischio, le nuove norme sulla regolazione dei
mercati, il codice agricolo, il ricambio generazionale. Ma che fine hanno fatto
questi provvedimenti?
Gli interventi più rilevanti per l’agricoltore sono
leggi-delega, quindi non immediatamente esecutive; pertanto si dovrà attendere
che il governo emani gli appositi decreti attuativi che poi dovranno essere
discussi dal parlamento. Ma se si andrà prima alle elezioni, il “Collegato
agricolo” sarà carta straccia!
I politici non fanno il loro dovere
Dunque i politici cosa fanno? Scrivono tante leggi che poi
non applicano. Quello che invece dovrebbero fare è nominare dirigenti capaci di
creare procedure snelle ed efficaci, facendo funzionare un Paese che invece è
bloccato dai suoi apparati. Inoltre quei dirigenti, se mai ci fossero,
dovrebbero ascoltare gli operatori per capire le problematiche reali, creando
condivisione e trovando soluzioni innovative per rendere più semplice la vita
delle imprese per far crescere occupazioni e redditi.
È il libro dei sogni? Purtroppo sì.
Articolo tratto da “il
nuoo agricoltore” di Roberto Bartolini
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