Ricco di sostanze nutritive e povero di calorie, il cavolo è
una fonte eccellente di vitamina C, potassio, acido folico, vitamina B6,
biotina, calcio, magnesio e manganese. Ma il valore più importante è dato
contenuto fitochimico: il cavolo, in effetti, contiene efficaci composti
anticancro, i glucosinolati, fra cui gli isotiocianati, che agiscono aumentando
i meccanismi di difesa degli antiossidanti e, migliorando la capacità
dell'organismo di disintossicarsi, facilitano l'eliminazione delle sostanze
chimiche e degli ormoni in eccesso. E' stato dimostrato che alcuni
glucosinolati delle crucifere aumentano di circa il 50% la velocità con la
quale l'estrogeno è scomposto nel processo di disintossicazione del fegato.
Negli anni '50, Gammett Cheney dell'Università di Stanford e
altri ricercatori hanno dimostrato che il succo fresco di cavolo è molto
efficace nel trattamento delle ulcere peptiche, con risultati visibili in meno
di 7 giorni. L'elemento antiulcera del cavolo è stato inizialmente chiamato
"Vitamina U", ma più tardi è stato identificato come aminoacido
glutammina, una sostanza fondamentale per la crescita e la rigenerazione delle
cellule che rivestono il tratto gastrointestinale.
Nel 2016 un gruppo di ricercatori dell'Ohio States
University ha pubblicato dei dati interessanti in merito all'azione degli
isotiocianati delle crucifere, soprattutto il sulforafano e l'erucina
nell'inibizione significativa delle cellule tumorali del cancro alla vescica.
In contemporanea un gruppo di ricercatori dell'Università
Americana dell'Oregon ha pubblicato dei risultati con i quali si ipotizza come
il sulforano delle brassicacee sia in grado di inibire in maniera significativa
l'espressione epigenica che induce il tumore alla prostata.
Ed è per queste importanti proprietà anticancerogene che le
brassicacee sono oggetto di numerosi studi di nutraceutica: attualmente sul
mercato si trovano degli integratori alimentari a base di cavolo rosso e
broccolo che vengono consigliati per le loro proprietà antiossidanti.
La famiglia dei cavoli contiene, però, delle sostanze che
possono interferire con il funzionamento della tiroide, i goitrogeni, e questa
azione è tanto più evidente quanto più i livelli di iodio sono bassi. I
goitrogeni alimentari in genere non hanno importanza dal punto di vista
clinico, a meno che si consumino grandi quantità di cavolo crudo (più di
quattro volte alla settimana). La cottura aiuta comunque a disattivarli. Senza
privarsi di questo importante alimento, utile per il mantenimento dello stato
di salute, è sufficiente arricchire la dieta con un adeguato apporto di iodio
utilizzando sale iodato o sale integrale aggiunto di alghe.
Nessun commento:
Posta un commento