Il 13,2% del territorio della Puglia è a rischio alluvioni,
circa 2.595 kmq. E’ quanto emerge da un report di Centro studi di
Confagricoltura. E’ l’Emilia-Romagna la prima per rischio idraulico (alluvioni)
con una esposizione pari al 92,3% della superficie totale.
“Non si può vivere e lavorare perennemente nell’emergenza.
Gli enti territoriali responsabili della manutenzione della rete fluviale
devono farsi un esame di coscienza: è inaccettabile un cantiere “aperto” nei
pressi dell’argine maestro di un fiume in pieno inverno”. È duro il commento
della presidente di Confagricoltura Emilia-Romagna, Eugenia Bergamaschi, che
non le manda a dire dopo l’esondazione del fiume Reno a Castel Maggiore, nel
Bolognese, proprio nel punto in cui, pare, vi fosse un cantiere in essere,
peraltro di rilevanza strategica per la tenuta dell’argine.
“Il Reno è esondato; la via Emilia è stata chiusa tra Modena
e Bologna per la tracimazione del Tiepido e per le criticità legate al fiume Panaro.
La macchina dei soccorsi ha funzionato bene e un grazie di cuore va ai
volontari della Protezione civile. Ma la popolazione vuole sentirsi sicura: è
un suo diritto”, dice chiaro Bergamaschi. E conclude: “Fare presto chiarezza
sulle responsabilità è ora di primaria importanza per ottenere il risarcimento
del danno alle colture e alle strutture delle aziende agricole coinvolte nel
disastro”.
Infine, si sottolineano con soddisfazione passi in avanti
sul fronte degli investimenti destinati alla prevenzione. Come riporta il
Centro Studi di Confagricoltura, con l’attivazione (Governo Renzi, 2014) del
programma Italia Sicura, sono stati elaborati dalle Regioni progetti per 24,3
miliardi, di cui circa 10 miliardi (40%) effettivamente disponibili. Con la manovra
finanziaria 2019 sono stati stanziati ulteriori 900 milioni l’anno per il
triennio 2019-2021, nel quadro di un investimento complessivo di più lungo
periodo di 6 miliardi. Al finanziamento statale si aggiungerà quello delle
Regioni. Però, se l’attuale andamento meteoclimatico si confermerà nei prossimi
anni, è prevedibile che la spesa per riparare i danni continuerà ad essere
largamente superiore agli investimenti destinati alla prevenzione.
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