
Le norme approvate, che per diventare legge attendono ora il
vaglio del Senato, mirano a proteggere gli anelli più deboli della catena
agroalimentare, piccoli produttori agricoltori e agricoltori, dove sempre più
spesso si annida il caporalato e il lavoro in nero, specie nella filiera del
pomodoro. La legge approvata, come ricorda Il Salvagente, stabilisce il divieto
dell’utilizzo delle aste elettroniche a doppio ribasso per l’acquisto di
prodotti agricoli e agroalimentari e prevede sanzioni (fra i 2 e i 50 mila
euro) per chi non lo rispetta. Inoltre viene posto limite all’uso
indiscriminato del sottocosto, per garantire il giusto prezzo al produttore e
tutelare i lavoratori del settore. Pratica che sarà consentita solo per i
prodotti freschi e deperibili in caso di invenduto o di operazioni programmate
e concordate con il fornitore.
Sodddisfatto Fabio Ciconte, direttore di Terra! Onlus,
associazione che da anni si batte contro la “filiera sporca” e che con le
proprie denuncie ha suscitato importanti risposte normative come quella contro
il caporalato e oggi contro le aste al doppio ribasso: “Accogliamo con favore
questa legge contro le aste al ribasso. Dopo le nostre pressioni finalmente è
arrivata la risposta delle istituzoni. Il provvedimento approvato oggi è
importante perché giunge alle porte di una nuova stagione di raccolta dei
pomodori e manda un chiaro messaggio ai gruppi della Gdo che utilizzano queste
pratiche sleali per rifornirsi di tanti prodotti di largo consumo: d’ora in poi
non saranno più tollerate, perché fanno male a tutta la filiera, a cominciare dagli
agricoltori e dai braccianti che ancora troppo spesso vengono sfruttati per
raccogliere il cibo che mangiamo ogni giorno”.
Come funziona l’asta al doppio ribasso? La procedura
consiste nell’assegnare il contratto di fornitura all’azienda che offre il
prezzo inferiore dopo due gare, in cui la base d’asta della seconda è il prezzo
minore raggiunto durante la prima. Terra! lo definisce “un meccanismo che
costringe le industrie di trasformazione del pomodoro a una forte competizione,
al punto da spingerle a vendere sottocosto un prodotto che sovente non è ancora
stato acquistato dalla parte agricola. In questo modo, prima della stagione di
raccolta, i supermercati decidono il prezzo del pomodoro e di altri prodotti
agroalimentari: tutta la contrattazione che segue tra industriali e agricoltori
è destinata a muoversi entro questi parametri, spesso con possibilità di
margine estremamente ridotte”.
(fonte: Il Salvagente)