
Per sua natura il cambiamento climatico ha un carattere
estremamente eterogeneo sia da un punto di vista geografico che temporale,
producendo effetti misurabili attraverso indicatori fisici come l'innalzamento
del livello del mare, l'aumento del contenuto di calore degli oceani, la
diminuzione della copertura di neve e ghiaccio (sia marino che terrestre) e
l'aumento della frequenza di giornate con temperature molto elevate e piogge
molto intense (IPCC, 2014a). Tra queste caratteristiche, gli eventi estremi
sono ampiamente rilevanti per valutare gli impatti e definire le opzioni di
resilienza in una specifica regione geografica al cambiamento climatico.
La fase di un più vigoroso riscaldamento planetario è
iniziata inequivocabilmente negli anni '50 ed ha subito un'accelerazione dagli
anni '80. Questo aumento termico ha influito sia sulla temperatura media
mensile, e sui valori stagionali, che sugli eventi meteo-climatici estremi
alterando significativamente anche il ciclo idrologico su gran parte del
Pianeta.
Date queste peculiarità, per affrontare e sostenere
efficacemente gli impatti negativi bisogna quindi identificare i fattori
climatici locali chiave per l'area geografica di interesse, le forzanti remote
ed impiegare un approccio multidisciplinare.
Negli ultimi decenni sono state prodotte solide conoscenze
scientifiche che forniscono informazioni importanti che possono essere
utilizzate per supportare i processi decisionali. La comunità scientifica ha
infatti compiuto uno sforzo per migliorare la conoscenza scientifica dei
meccanismi fondamentali del sistema climatico della Terra, nonché delle implicazioni
e degli impatti dei cambiamenti climatici. Una parte di questo sforzo è stato
fatto per identificare le nuove azioni per mitigare le tendenze delle emissioni
di gas serra antropogeniche. Altri sforzi si sono invece concentrati
sull'individuazione di nuove azioni per l’adattamento ai cambiamenti sia
osservati che previsti nel futuro (IPCC, 2013, 2014a, 2014b).
Tuttavia, sono necessari ulteriori strumenti di supporto
alle decisioni ed anche una comprensione dei processi cognitivi associati alle
percezioni ai cambiamenti climatici per utilizzare queste conoscenze pienamente
trasformando così la società in modo resiliente.
Per sviluppare un'efficace strategia di adattamento e
mitigazione ai cambiamenti climatici, gli scienziati, i cittadini, gli
agricoltori ed i responsabili politici devono quindi, fin da adesso, sviluppare
un nuovo processo di riflessione e apprendimento, basato sulle attuali
informazioni scientifiche. Questo processo sarà una trasformazione continua per
ognuno dei diversi livelli della società.
Pertanto, la definizione e la progettazione di azioni
salienti per affrontare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici devono
essere pianificate a livello locale per garantirne l'efficacia. Per essere
legittime, queste azioni devono inoltre essere sviluppate in conformità con le
strutture paesaggistiche circostanti e le caratteristiche socioeconomiche e
ambientali dell'ambiente ed infine in conformità con le politiche nazionali e
internazionali.
In sintesi:
• Negli ultimi decenni, l'aumento delle temperature
registrato in Europa e nel bacino del Mediterraneo rappresenta una delle
impronte più chiare dei cambiamenti climatici in atto.
• Queste modifiche climatiche mettono l'ambiente e le
attività umane sotto una forte pressione con la conseguente necessità di
riprogettare nuove strategie di adattamento e mitigazione continuamente.
• La sfida dei cambiamenti climatici non ha precedenti per
l'umanità ed è riconosciuta come tema prioritario per la ricerca futura. I
cambiamenti nel modo in cui pensiamo e ci comportiamo sono sfide critiche a
livello globale e regionale.
Fonte: Accademia dei Georgofili
Autore: Massimiliano Pasqui
Nessun commento:
Posta un commento