
Nel comparto agricolo italiano, il salario (dati 2018) varia
fra i 7,2 e i 12,9 euro l'ora. In Spagna fra 5,1 e 7,7 euro/ora, in Marocco è
di un euro l'ora. Le ore lavorative per settimana sono 39 in Italia, 44 in
Spagna e 48 in Marocco.
E’ quanto emerso venerdì nel convegno: “Il fattore lavoro
come elemento di competitività del settore” promosso da Italia Ortofrutta in
occasione della sua assemblea annuale a Fico Eataly World (Bologna), che nel
cinquantennale dell'Unione ha offerto svariati spunti d’interesse. I numeri del
settore sono imponenti: con 13,5 miliardi di euro di valore della produzione
ottenuta nel 2018, circa 900mila ettari di superficie e 346mila imprese,
l’ortofrutta contribuisce alla creazione di un quarto del valore
dell’agricoltura nazionale. L’Italia genera il 15% del totale del valore della
produzione ortofrutticola dell’Unione europea, seconda sola alla Spagna (21%).
“La mancanza di redditività del settore ostacola gli
investimenti in ricerca, sviluppo ed innovazione che sono alla base della
competitività futura. È necessario quindi impostare delle scelte strategiche
che intervengano per restituire valore e competitività del settore. Dobbiamo
trasmettere ai consumatori il plus del prodotto nazionale e far comprendere che
il benchmark dell’ortofrutta italiana non può essere il costo di produzione di
un Paese extra europeo perché ci sarà sempre un sud del mondo che riesce a
produrre a costi inferiori ai nostri”, la considerazione del direttore di
Italia Ortofrutta.
Che fare, allora? “Servono un quadro normativo ad hoc per le
grandi campagne di raccolta e per gestire i picchi di lavoro, una maggiore
programmazione nell’utilizzo dei flussi di lavoro, incentivi per le aziende che
assumono con continuità e un approccio bonus/malus per la contribuzione Inail”,
la ricetta di Falconi. Che ha ricordato come negli ultimi cinque anni la
manodopera comunitaria qualificata nei campi sia calata del 12%, attratta da
altri lavori.
"Se al costo del lavoro della fase agricola si somma
quello relativo alle operazioni di lavorazione e condizionamento in magazzino,
emerge come circa il 40% del ricavo delle vendite di una organizzazione di
produttori del settore ortofrutticolo (OP) sia destinato a remunerare il solo
fattore lavoro. In queste condizioni, i prezzi di mercato non coprono i costi
di produzione, certi e in aumento, molti dei quali incomprimibili come la
manodopera".
Velardo ha concluso dicendo: "Alle istituzioni
chiediamo di prendere piena coscienza di questo problema che attanaglia le
nostre imprese e di mettere in atto percorsi di concreta semplificazione degli
iter burocratici, purtroppo sempre più gravosi in fase di gestione della manodopera
e di quella stagionale in particolare, e di favorire i percorsi di reclutamento
e di formazione".
Nessun commento:
Posta un commento