“Le istituzioni ancora rincorrono una discutibile politica
di meccanizzazione che privilegia la collocazione della macchina in ogni
azienda agricola, indipendentemente dalla sua capacità di inserirsi in termini
validi nel processo produttivo. Una politica che ignora la funzione svolta dei
Contoterzisti e ha impedito al settore di restare competitivo, immettendo nella
dotazione tecnica di molte aziende agricole macchine difficilmente
ammortizzabili e rendendo il parco trattoristico italiano tra i più obsoleti e
insicuri in Europa”, spiega il Presidente di UNCAI.
Negli ultimi 30 anni il processo di “terziarizzazione”
dell’agricoltura non ha riguardato solo l’Italia, ma tutto l’Occidente che ha
recepito il fatto che l’impresa agricola, di qualunque dimensione, poteva
avvantaggiarsi acquistando da organizzazioni esterne quei servizi meccanici che
altrimenti avrebbero richiesto forti immobilizzi di capitali e di risorse
lavorative e imprenditoriali. Inoltre il ricorso a servizi conto terzi ha
aumentato la flessibilità degli agricoltori nelle loro scelte colturali.
“Una politica di meccanizzazione non può, dunque, fare a
meno dei Contoterzisti e di strumenti che valorizzino la loro abilità artigiana
nella conduzione dei campi. Occorrono Albi professionali in tutte le regioni,
che, in ogni finanziamento o bando, permettano di mettere al primo posto
competenza, formazione e crescita tecnologica degli imprenditori agromeccanici
e non tollerino improvvisazioni. Questo se sta a cuore l’ambiente, la
sostenibilità economica del comparto e la sicurezza di chi opera in campo”,
conclude Tassinari.
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