
Lo pone in evidenza il report sul comparto olivicolo del
Centro Studi di Confagricoltura, sulla base delle previsioni dell’Unione
europea, presentate a Bruxelles.
Per l’Italia però è un risultato solo parzialmente
soddisfacente – osserva Confagricoltura – dal momento che l’anno scorso la
produzione era arrivata ai minimi storici del decennio ed anche ora è lontana
dalle 540 mila tonn del 2008. La media produttiva degli ultimi quattro anni,
confrontata con il quadriennio 2008-2011, mostra un calo di oltre il 37% e, in
relazione al quadriennio 2012-2015, del 28%.
Il Centro Studi di Confagricoltura ha evidenziato come, nel
2018, l’Italia sia stata nel mondo il secondo Paese esportatore di olio
d’oliva, dopo Spagna e davanti a Portogallo e Grecia. Principali mercati di
sbocco dell’olio confezionato made in Italy sono Stati Uniti (che hanno un
valore di 436 milioni di euro e rappresentano il 31,4% del totale dell’export
italiano) e Germania (168 milioni di euro, pari al 12,1% del totale
dell’export).
Il settore olivicolo – sottolinea Confagricoltura – sta
affrontando una fase di significativi cambiamenti strutturali a livello
mondiale e l’Italia, che ha una forte vocazione produttiva, non può restare
arretrata.
“In questo quadro – commenta il presidente della Federazione
olivicola nazionale di Confagricoltura, Pantaleo Greco – va evidenziata la
situazione drammatica del Salento a causa della Xylella Fastidiosa. Per il 2019
il crollo della produzione di olio in provincia di Lecce si aggirerà attorno
all’85%, rispetto agli anni precedenti. Le zone olivetate sono sempre più
ridimensionate e solo le varietà, come il leccino che sembrerebbe tollerante,
fanno sì che la produzione non sia azzerata del tutto. La sfida è proprio
quella di frenare il crollo produttivo con nuovi impianti e con aiuti al
reddito per tutta la filiera ormai allo stremo. Sollecitiamo l’emanazione dei
decreti attuativi del decreto legge Emergenze ed in particolare i provvedimenti
per l’utilizzo delle risorse previste dal Piano di rigenerazione
dell’olivicoltura”.
“Per tutti gli operatori europei – prosegue il
rappresentante di Confagricoltura – sarà importante favorire l’aumento del
consumo globale di olio di oliva e sviluppare nuovi mercati, con l’aiuto di
azioni promozionali per le quali si chiede alla Commissione UE un sostegno
economico, anche alla luce delle questioni di politica internazionale in atto e
dei dazi imposti dagli Stati Uniti.”.
“In generale per l’olivicoltura italiana ci sono nuove
convenienze da cogliere sotto il profilo quantitativo e qualitativo – conclude
Pantaleo Greco -. Vanno rinnovati gli impianti colturali con altri più
produttivi e che si prestano alla meccanizzazione. E’ giunto il momento di
trasformare le difficoltà in opportunità”.
Nessun commento:
Posta un commento