L’agricoltura
può svolgere un ruolo chiave per un migliore utilizzo delle acque per
l’irrigazione secondo quanto richiede la Commissione Ue che di recente ha
presentato una proposta di regolamento con norme finalizzate ad agevolare il riutilizzo delle acque reflue per
l’irrigazione agricola. La Commissione ha anche condannato l’Italia a una
pesante sanzione sul trattamento delle acque reflue urbane.
L’Anbi
ritiene che per il settore si aprano
importanti opportunità di gestione delle acque reflue non potabili che devono
però garantire standard adeguati per
l’utilizzo nella coltivazione di prodotti
di qualità e per la tutela del territorio. Si pensi soltanto, sottolinea
l’Associazione dei Consorzi di bonifica, a quanto si potrebbe fare per la
ricarica delle falde e per il recupero di cave dismesse..
Per
questo l’Anbi, che ha in cantiere numerosi progetti strutturali,
propone la costituzione di un
gruppo di lavoro con gli altri soggetti , dai comuni alle utility pubbliche e
private, per colloquiare politicamente, tecnicamente e giuridicamente sul tema.
L’agricoltura ribadisce l’Anbi conferma sul fronte della gestione delle acque e
delle politiche per l’irrigazione il suo ruolo strategico e soprattutto la
capacità di mantenere un livello di sicurezza delle risorsa acqua.
Sotto
la lente di Bruxelles infatti sono finite le acque reflue urbane, così come
qualche anno fa uno studio dell’Ispra
“assolse” il settore agricolo e la zootecnia, in particolare,
dall’accusa di essere fonte di inquinamento sentenziando che nelle regioni del
Nord dagli allevamenti derivava una
quota minima di inquinamento da azoto a fronte del 90% attribuito agli scarichi civili e industriali
Nessun commento:
Posta un commento