Al via il più grande contratto di filiera per l’olio Made in
Italy di sempre per un quantitativo di 10 milioni di chili ed un valore del
contratto di filiera di oltre 50 milioni di euro con l’obiettivo di assicurare
la sicurezza e le diffusione dell’olio italiano al 100% stabilizzando le
condizioni economiche della vendita. La storica intesa è stata sottoscritta a
Palazzo Rospigliosi a Roma da Coldiretti, Unaprol, Federolio e FAI S.p.A.
(Filiera Agricola Italiana) e coinvolge le principali aziende di
confezionamento italiane.
L’annuncio è stato dato nel corso del Convegno “Filo d’olio,
segmentare per crescere: nuove prospettive di consumo e di offerta”, promosso
da Federolio, con la presenza del segretario generale della Coldiretti,
Vincenzo Gesmundo, del presidente di Unaprol, David Granieri, del presidente di
Federolio Francesco Tabano, assieme, tra gli altri, al presidente della
Commissione Agricoltura della Camera, Filippo Gallinella, agli onorevoli Renato
Brunetta e Paolo Russo, al capo dipartimento del Ministero delle Politiche
agricole Giuseppe Blasi, e al direttore generale Felice Assenza.
I protagonisti del contratto di filiera hanno aderito al
progetto promosso da Coldiretti di realizzare una filiera agricola italiana per
difendere la produzione, garantire un utilizzo sostenibile del territorio,
valorizzare la distintività, assicurare la giusta distribuzione del valore tra
tutte le parti della filiera, ricostruire un’identità del sistema Paese e
riconquistare quote di mercato.
Il contratto partirà con la campagna olivicola in corso e
avrà durata pluriennale proprio per garantire la stabilità e la sostenibilità
economica degli imprenditori agricoli che prendono parte al contratto di
filiera. E’ prevista, infatti, una soglia minima di prezzo sufficiente a
coprire i costi per la produzione e la tracciabilità di filiera con delle
maggiorazioni anche in base a parametri qualitativi.
L’obiettivo prioritario è riunire le imprese italiane per
dare un futuro al settore e difenderlo dai violenti attacchi delle
multinazionali che acquisiscono marchi tricolori per sfruttarne l’immagine sui
mercati nazionali e internazionali e dare una parvenza di italianità alla
produzioni straniere con l’inganno, anche attraverso irrilevanti e fumosi
accordi.
Il contratto è stato sottoscritto da Coldiretti, che si
impegnerà nel monitoraggio dell’accordo; Unaprol, il maggiore Consorzio
Olivicolo Italiano; Federolio, la principale associazione di categoria delle
imprese leader nel confezionamento e nella commercializzazione di olio extra
vergine di oliva e FAI che organizza e promuove sui mercati le produzioni
italiane e dalle principali aziende di confezionamento.
L'ulivo in Italia è presente su oltre 1 milione di ettari di
terreno coltivato con il maggior numero di olio extravergine a denominazione in
Europa (43 Dop e 4 Igp). L’Italia è il secondo produttore mondiale di olio di
oliva con un patrimonio di 250 milioni di ulivi ed è l’unico Paese con 533
varietà di olive. L’olio italiano è anche il più sicuro al mondo grazie a 9
livelli diversi di indagine sulla qualità e l’origine del prodotto e mediamente
20.000 controlli all’anno da parte del Ministero della Salute.
Il comparto olivicolo è un asset centrale per lo sviluppo
del settore agroalimentare e una bandiera del made in Italy nel mondo.
Attualmente le aziende olivicole italiane (circa 825mila) vivono un momento di
grande difficoltà a causa di una serie di problematiche. Oltre ai cambiamenti
climatici, a incidere pesantemente sullo stato di salute del settore sono:
l’aumento delle contraffazioni a scapito del made in Italy; la prepotenza sul
mercato di potenti multinazionali straniere che dettano politiche dei prezzi a
scapito della qualità e della distintività; l’invasione di olio tunisino a seguito
della decisione dell’Ue di porre il dazio zero sulle importazioni nel 2016 e
2017.
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