Biometano e sottoprodotti: una opportunità di sviluppo per
il territorio Foggia, 29 giugno 2018 – Provincia di Foggia – Piazza XX
Settembre
In un futuro, non troppo lontano, impareremo ad utilizzare
meglio i materiali e le sostanze residuate dai processi produttivi e dai
consumi, in successivi cicli produttivi e consumi, riducendo al massimo gli
sprechi e l'inquinamento ambientale. E' questo il pensiero che sottende alla
cosiddetta "economia circolare", ovvero un sistema economico dove gli
sprechi ed i rifiuti non esistono o sono ridotti al minimo, perchè ogni
residuo di un processo produttivo o utilizzo (sottoprodotto o rifiuto) diventa
la risorsa di un nuovo processo di produzione.
I vantaggi di questo pensiero sono evidenti: minori risorse
sprecate, maggiori benefici economici, ambientali e salutari, maggiori
opportunità di lavoro, ecc. ecc.
Premesso ciò, in Italia, il nostro legislatore ha voluto
introdurre norme in grado di agevolare e stimolare l'utilizzo dei residui di
processo, evitando che diventino dei rifiuti non riutilizzabili. Fra queste
norme, rientra sicuramente il Testo Unico Ambientale (Decreto legislativo n.152
del 03.04.2006) che definisce i concetti di rifiuto e sottoprodotto e le
rispettive caratteristiche e procedure.
A dieci anni dall'uscita del T.U. però, nel 2016, la
cultura dell'utilizzo-riutilizzo dei residui di processi, non riuscendo ad
avanzare secondo le previsioni, ha indotto il Ministero dell'Ambiente ad emanare
una norma specifica per i sottoprodotti (Decreto n.264 del 13.10.2016 -
Regolamento recante criteri indicativi per agevolare la dimostrazione della
sussistenza dei requisiti per la qualifica dei residui di produzione come
sottoprodotti e non come rifiuti), avente l'obiettivo di delucidare,
ulteriormente, il concetto di sottoprodotto, incoraggiandone il suo utilizzo e
predisponendo, tra l'altro, ausili e procedure per accompagnarne il sempre
maggiore utilizzo, istituendo, ad esempio: l'elenco dei produttori e degli
utilizzatori di sottoprodotti e la scheda tecnica per l'identificazione dei
sottoprodotti.
Nel 2017, il Ministero dell'Ambiente ci riprova, emanando
una circolare esplicativa intesa ad esemplificare quanto espresso nel “Decreto
sottoprodotti”.
Il 2 marzo di quest'anno, con l'emanazione da parte del
Ministero delloo Sviluppo Economico del cosiddetto “Decreto Biometano” si dà
avvio, nel nostro Paese, allo sviluppo ed alla valorizzazione di sottoprodotti
e di rifiuti, con la produzione di “biometano”.
Il biometano è un gas derivante dalla purificazione e
raffinazione del biogas (gas prodotto dalla fermentazione anaerobica di matrici
organiche, come sottoprodotti e rifiuti) ed, al pari del gas naturale, può
contribuire alla riduzione dell'emissione di gas serra, essere utilizzato come
biocombustibile per veicoli a motore, immesso nella rete di distribuzione
nazionale, ecc.ecc.
Certamente, il biometano potrà costituire il prossimo
protagonista nella produzione energetica del nostro Paese. Una fonte energetica
continuativa durante l’anno e capace di sostenere le rinnovabili tradizionali,
più fluttuanti nella produzione annuale.
Potenzialmente l’Italia potrebbe produrre entro il 2030 fino
a 8,5 miliardi di metri cubi di biometano, oltre il 10% dell’attuale fabbisogno
annuo di gas naturale.
Tale potenziale è strettamente correlato alla capacità di
poter utilizzare i sottoprodotti e rifiuti, conoscendone le problematiche,
oltre che merceologiche, anche e soprattutto di tipo normativo e burocratico.
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