In Italia l'innovazione vegetale per molte specie fra cui la
quasi totalità di quelle orticole potrebbe rischiare di rimanere bloccata, a
causa della burocrazia necessaria per accedere alle relative risorse genetiche.
A lanciare l'allarme è Franco Brazzabeni, Presidente della Sezione cereali di
Assosementi, l'associazione che riunisce le aziende sementiere in Italia, in
occasione della Tavola Rotonda "Biodiversità in azione: ricerca e nuove
sfide, politiche e strumenti" tenutasi ieri presso l'Università degli
Studi di Teramo nel corso del Convegno Nazionale Biodiversità 2018.
"Tramite la ricerca e l'innovazione, il settore
sementiero svolge un ruolo fondamentale nel mantenimento e nell'accrescimento
della biodiversità - ha dichiarato Brazzabeni. Per supportare la ricerca è però
necessario consentire ai ricercatori pubblici e privati pieno accesso alle
risorse vegetali già esistenti, un patrimonio pressoché infinito di
biodiversità da cui attingere per combinare le caratteristiche più interessanti
e dare vita a nuove varietà migliorate. Si tratta però di un processo lungo e
costoso, che può durare anche 10 anni e su cui le aziende sementiere investono
fino al 20% del loro fatturato annuale. I risultati che si possono ottenere
sono però di vitale importanza, basti pensare che nel caso del frumento duro è
stato possibile ottenere incrementi produttivi pari a un quintale per ettaro
ogni cinque anni".
Oggi l'accesso alla biodiversità vegetale è regolamentato da
due strumenti: il Trattato Internazionale FAO e il Protocollo di Nagoya. Il
Trattato internazionale promuove un sistema semplificato di accordi standard
tra le parti, limitato tuttavia a una ristretta lista di specie tenendone fuori
altre come la soia e quasi tutte le specie orticole come il pomodoro, la cipolla
e le lattughe. Per l'accesso alla biodiversità di queste specie subentra quindi
il Protocollo di Nagoya che, disciplinando indistintamente tutte le risorse
genetiche, impone un complicato modello di gestione bilaterale: in questo modo
non sono considerate le specifiche necessità del settore sementiero, come ad
esempio lo screening varietale che consente di individuare, tra migliaia, la
varietà che contiene caratteri di interesse e al tempo stesso si dà origine a
un carico di burocrazia tale da disincentivare le stesse aziende.
"L'innovazione vegetale può sopravvivere solo se
sorretta da un sistema di regole univoche e chiare, in grado di assicurare un
equo accesso alle risorse genetiche vegetali. Assosementi chiede alle
istituzioni di estendere l'applicabilità del Trattato FAO a tutte le colture
con utilizzo agricolo, alimentare e mangimistico, con l'obiettivo di dare vita
a un sistema snello e applicabile da tutte le imprese" ha concluso
Brazzabeni.
ASSOSEMENTI – Associazione Italiana Sementi - rappresenta a
livello nazionale il settore sementiero: costitutori di varietà vegetali,
aziende produttrici di sementi e aziende distributrici di sementi in esclusiva.
Assosementi aderisce a ESA (European Seed Association), l'Associazione
sementiera europea, e a ISF (International Seed Federation), la Federazione
internazionale delle sementi.
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